| C’ è stata più di una persona, anche esterna alla vita sociale di Promolands che ha definito il nostro mercato interno, conosciuto con il nome di MiCrO_BaZaR, una perdita di tempo che non ci condurrà da nessuna parte. Dal momento che è il mio campo (e per il ruolo che ricopro nella micronazione Promolands) sono in dovere di dare una risposta. Il mercato di Promolands non è stato creato per emulazione di quanto avevano già fatto altre micronazioni che ci hanno preceduto in ordine di tempo. Ne è nato così tanto per far vedere che anche Promolands aveva il suo luogo virtuale di scambio. Il MiCrO_BaZaR è una risposta concreta alla ferma volontà di generare transazioni commerciali dove è possibile interscambiare merci, servizi e/o altro contro moneta. Il MiCrO_BaZaR nasce per dare impulso e sostenere la nostra economia. Nasce per tracciare una via, percorribile anche da altre realtà micronazionali italofane e non.
Ho sentito anche altre polemiche circa la tipologia di prodotti, servizi e/o altro che sono poi comuni a quelli presenti altrove. Come se si cercasse obbligatoriamente una caratterizzazione economico-micronazionalista, quasi fosse (questa) tanto diversa (quasi aliena) rispetto a quella di altre nazioni. Faccio un esempio. Ipotizziamo che una organizzazioni commerciale o un cittadino di Promolands cominci a produrre un vino, lo imbottigliasse e lo vendesse su un certo mercato, qualsivoglia esso sia. Il vino prodotto potrebbe anche chiamarsi "Lo Starnuto di Promolands" ma non è stata fatta la scoperta dell’acqua calda, ovvero può anche definirsi "vino micronazionalista" ma sempre di vino si tratta. Ciò che voglio dire è che il prodotto o servizio micronazionalista, a meno che non abbia elementi innovativi tali da definirsi una originalità, è anche un prodotto comune, conosciutissimo ovunque. E ciò accade con tutto il resto. Pertanto, siamo noi, micronazionalisti, che aggiungiamo l’aggettivo "micro nazionalista" e gli diamo un certo tipo di caratterizzazione anziché un’altra. Diverso il discorso, come sopra accennato, delle originalità o singolarità dietro le quali c’è il deposito di un brevetto internazionale.
In conclusione, i prodotti o i servizi esistenti sono sempre quelli, cambiano solo i marchi e gli strumenti di marketing. Così come non esiste un unico mercato micronazionalista perché sarebbe un mercato chiuso, allo stesso modo non esiste una unica economia micronazionalista perché sarebbe una economia limitata e soffocata che difficilmente sopporterebbe una crisi economica. Oramai sappiamo bene che esiste “il Mercato” e “l’Economia”: quelle che scaturiscono dall’effetto della globalizzazione dei mercati e delle economie. Semmai la “partita” potrebbe essere quella di rafforzare l’una o l’altra moneta micronazionalista, che sia l’e-cash o lo scudo cisalpino o il luigino o altro. Ma per queste occorre a mio giudizio, una condivisione di intenti tra coloro che sostengono queste monete, senza alcuna imposizione. Servono delle transazioni commerciali vere e l’accettazione in pagamento con queste monete, sperando che quest’ultime siano espressione di un valore economico reale con un effettivo potenziale economico d’acquisto. Altrimenti, ci ritroveremo ancora con tante “cambiali al portatore” equivalenti a carta straccia capace soltanto di inquinare l’economia reale, l’economia del sudore della fronte!
correzioni: scudo cisalpino anzichè cisalpino
Edited by Angell Cherubini - 8/1/2010, 11:27
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