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L'Italia: e' proprio un bel paese.....

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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 5/11/2010, 19:21




La mia curiosità oggi è stata catturata da un articoletto comparso su "Leggo" (quotidiano gratuito) e sembra proprio che abbia un fondamento. La questione, per farla breve, riguarda il reddito annuo lordo dichiarato da gente del calibro del Prof. Aiuti (236mila euro), Giuseppe Ciardi (Pdl, 176mila euro), Maria Gemma Azuni (Sinistra e Libertà, 124mila euro), Francesco Rutelli (Api, 175mila euro). E fin qui, + o - tutto bene. Difficile è credere a: Giordano Tredicine (Pdl, 18mila euro), Federico Mollicone (Pdl, 21mila euro), Antonio Gazzellone (Pdl, 18mila euro), Roberto Angelini (Pdl, 15mila euro), Francesco De Micheli (Pdl, 15mila euro). Ma perchè gli viene consentito di prenderci per i fondelli? Perchè gli viene consentito di burlare la povera gente? Se queste persone possono permettersi simili dichiarazioni cosa c'è di scandaloso se la Sottoscritta afferma di risiedere in una micronazione?
 
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Adriano Primo
view post Posted on 13/11/2010, 20:42




CITAZIONE (Marina Luisi Bilancia @ 5/11/2010, 19:21) 
La mia curiosità oggi è stata catturata da un articoletto comparso su "Leggo" (quotidiano gratuito) e sembra proprio che abbia un fondamento. La questione, per farla breve, riguarda il reddito annuo lordo dichiarato da gente del calibro del Prof. Aiuti (236mila euro), Giuseppe Ciardi (Pdl, 176mila euro), Maria Gemma Azuni (Sinistra e Libertà, 124mila euro), Francesco Rutelli (Api, 175mila euro). E fin qui, + o - tutto bene. Difficile è credere a: Giordano Tredicine (Pdl, 18mila euro), Federico Mollicone (Pdl, 21mila euro), Antonio Gazzellone (Pdl, 18mila euro), Roberto Angelini (Pdl, 15mila euro), Francesco De Micheli (Pdl, 15mila euro). Ma perchè gli viene consentito di prenderci per i fondelli? Perchè gli viene consentito di burlare la povera gente? Se queste persone possono permettersi simili dichiarazioni cosa c'è di scandaloso se la Sottoscritta afferma di risiedere in una micronazione?

Assolutamente nulla!
 
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bobby151169
view post Posted on 14/11/2010, 06:45




Riflessioni sull'editoria italiana

Ho trovato interessanti alcune considerazioni di Edmund White, vincitore del Premio Mondello (Palermo) per “La doppia vita di Arthur Rimbaud” (edito da Minimum Fax).
Secondo la tesi di Mr. White, le grandi case editrici puntano decisamente su volumi capaci di vendere almeno 50mila copie, garantendo così un certo profitto.
Generalmente, però, le opere di narrativa vendono circa 5mila/8mila copie anche in un grande paese come l’America che ha una popolazione di potenziali lettori 5 volte più grande dell’Italia.
E’ dunque logico attendersi la bancarotta dei grandi gruppi editoriali italiani che finiranno per lasciare spazio e quote di mercato ai piccoli editori.
Il fenomeno sarebbe già in atto. L’autore cita ad esempio i casi delle minuscole “Gray Wolf” e “Copper Canyon”. In effetti, anche nel Belpaese sbocciano come funghi nuovi imprenditori (spesso autentici sprovveduti) che decidono di rischiare e aprire una casa editrice. Se il quadro withiano appare pessimistico, esso conferma i paradossi che hanno sempre caratterizzato il sistema cultura.
Andando a studiare i casi del passato, infatti, troviamo tre costanti: troppi scrittori semi-indigenti a causa di evidenti sperequazioni contrattuali, molti editori ingiustamente arricchitisi alle spalle dei fessacchiotti incontrati e un pubblico-gregge che si lascia condizionare, acriticamente, dall’autorevole recensore di turno. L’unica cosa che appare chiara è che resta impossibile immaginare il mondo senza nuovi libri. E senza nuovi autori che abbiano cose interessanti da dire.
 
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view post Posted on 10/3/2011, 12:58
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Avevo deciso di non occuparmi più della politica italiana.
Ma l’Italia è il Paese in cui sono nato e non posso continuare a vergognarmi di essere italiano. Quindi, delle due l’una: o rinuncio alla cittadinanza o affronto le cause della vergogna.
Dopo un secolo e mezzo dall’unità d’Italia ed oltre sessant’anni dalla nascita della Repubblica, gli italiani sono ancora divisi fra settentrionali e meridionali, la democrazia si esercita con la nomina dei parlamentari dai capi‐partito, un quinto dei lavoratori, (più di un terzo fra i giovani) è disoccupato, sottoccupato o in cassa integrazione, la dignità sociale e l’uguaglianza sono riconosciuti secondo la ricchezza, politica e religione si condizionano reciprocamente, il livello culturale medio è mediocre, risorse destinate alla ricerca sono trasferite a coprire multe di quote latte, l’inquinamento ha superato i limiti di respirabilità, opere storiche ed artistiche stanno cadendo, il diritto è diventato una massa confusa di leggi che si contraddicono fra di esse ed in gran parte sconosciute quasi da tutti, gli stranieri più bisognosi sono considerati criminali, siamo sempre in guerra e si brucia impunemente il tricolore.
Intanto, quasi cinque milioni di errori giudiziari in poco più di cinquant’anni, suicidi nelle carceri, i telefoni sono stati illegalmente intercettati, si paga per entrare in alcune città, si vietano senza ragione manifestazioni pubbliche, per non mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella dei famigliari bisogna far parte di associazioni segrete, la diffusione delle idee è limitata dai mezzi di comunicazione di sistema, i processi civili, penali ed amministrativi durano decenni, si condanna su presunzioni di presunzioni, le carceri sono invivibili, la corruzione è gigantesca e generalizzata, conta più il matrimonio che la famiglia, si strappano i figli ai genitori e si affidano per far guadagnare gli intermediari, la protezione della maternità e dell’infanzia dipende dalle conoscenze e dai soldi, la salute è strumento dell’industria farmaceutica, si impone per legge di continuare a vivere quando si vorrebbe morire, l’arte e la scienza sono strumentali al profitto.
Ed ancora, si viola il dettato costituzionale che vieta contributi alle scuole private, le università servono a chi può permetterselo, i rapporti economici sono fondati sullo sfruttamento del lavoro degli altri, le donne continuano ad essere emarginate e spesso trattate come merci, milioni di inabili e di disabili sono lasciati senza aiuto, si limita il diritto di sciopero, l’iniziativa privata è subordinata alla burocrazia, la cooperazione è in gran parte gestita come un’impresa privata, si chiede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese soltanto quando le aziende sono in perdita, le banche ingannano i risparmiatori, è diffuso il voto di scambio (da 20 a 50 euro) ed i partiti politici hanno egemonia sull’intera società, chi ha incarichi pubblici ne approfitta in modo indegno e se può fa cambiare le leggi a suo favore, le tasse sono pagate solo dai lavoratori e da chi deve dichiarare un reddito per farsi prestare soldi mentre si pretendono imposte da chi non ha utili.
Inoltre, organizzazioni criminali in combutta con parti autorevoli delle istituzioni, ipocrisia ed omertà dilaganti, lobby più o meno occulte in apparente conflitto ma tutte unite nel loro comune interesse di sostenere ad ogni costo il potere e far soldi: Osoppo, Post‐Osoppo, Gladio, logge P, Mens, Record, Iccia ed altre.
Quest’Italia fondata con il sangue di chi l’ ha voluta, subita e difesa è oggi in mano a mezzo milione di persone che usano la disinformazione, l’ignoranza, l’egoismo, l’indifferenza e la rassegnazione delle masse per fare quello che vogliono. Altro che atomizzazione delle masse, questa è consunzione delle coscienze, è totalitarismo sociale, civile, politico, economico, morale e forse anche religioso. E tutto in nome di un anticomunismo e di un antifascismo che la storia ha da tempo reso inutili.
Questa è la realtà. Dove sono i milioni di nuovi posti di lavoro e la riduzione delle imposte che aveva promesso Berlusconi fin dal 1994? Dove sono le riforme promesse da Prodi nel 1996 e nel 2006? Le privatizzazioni? Sì, la svendita delle imprese pubbliche è stata fatta. È stata privatizzata perfino l’acqua. Manca solo la privatizzazione dell’aria. E qual è il risultato? Sono diminuiti i prezzi dei beni e servizi pubblici? Anzi, ci sono i servizi pubblici? Quanto si paga il carburante? Chi guadagna? Il servizio sanitario funziona? La scuola funziona? C’è almeno la carta igienica? No, non c’è. E la polizia non ha la carta per raccogliere le denuncie, gli uffici giudiziari sono senza risorse. Che giustizia si può pretendere? Solo chi ha può difendersi. E la sicurezza? Chi, se è cosciente, ha il coraggio di perdere di vista i propri ragazzi, maschi e femmine con il rischio di non vederli più vivi?
Ma dove siamo arrivati? Dove stiamo andando? Nessuno se lo chiede? O non si ha nemmeno il coraggio di rispondersi? Chi agisce, a parte le critiche e le proteste, spesso interessate? Abbiamo bisogno di un capo? Perché? Siamo diventati così irresponsabili ed istupiditi dalle televisioni da non riuscire a metterci d’accordo su poche cose che interessano quasi tutti? Ci vuole moderazione? Compromessi? Va bene se moderazione è il contrario di violenza e compromesso è il contrario di arroccamento. Ma qui noi stiamo diventando sempre più violenti – e non solo verbalmente – ed ogni giorno accettiamo i peggiori compromessi. Non per migliorarci tutti insieme ma per affermare noi stessi sugli altri. Diciamo la verità, questo è marciume.
Un popolo che per duemila anni ha fatto la storia, ha inventato la forma di governo repubblicana, ha insegnato il diritto, l’arte, la poesia, la produzione sostenibile a più di mezzo mondo, ridotto a poltiglia per pochi speculatori e qualche demagogo. Dove sono, che cosa pensano, che cosa fanno i giovani palestrati, i vecchi combattenti, i figli e le figlie delle donne che hanno fatto le barricate? Dormono? Aspettano? Che cosa? Siamo ritornati al momento in cui D’Azeglio disse «Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani»? Aspettano un impiego sicuro? Non lo avranno. Aspettano regali? Non li avranno. E quando le riserve famigliari saranno terminate, o ruberanno loro o ruberanno i loro genitori. Aspettano di farsi comprare? A qualcuno riesce ma a pochi. Gli altri sono condannati.
Ed allora, muoversi, informarsi, cercare di capire, unirsi ed agire! Non dobbiamo inventare nulla perché è sufficiente fare solo una piccola parte di quello che hanno fatto i nostri padri. Essi avevano ben presente che la vita è una cosa seria.
Se si vuole, basta poco. L’importante è capire che non può esistere pace senza verità e non può esistere libertà senza giustizia. Insieme si può.
 
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renata.faria
view post Posted on 30/4/2011, 13:02




Welfarre italiano: taglio del 63% !!!!

Il sociale rischia la bancarotta: tolti 400 milioni agli stanziamenti per i disabili, azzerati i fondi per l'assistenza, l'infanzia e gli immigrati. Tagli che si riversano su Regioni e Comuni che accumulano ritardi anche di 15 mesi nei pagamenti degli stipendi agli impiegati. E' un pò come si sta in guerra: ci si abitua al rumore delle bombe! Così, lavorando nel sociale ci si abitua alla precarietà economica che conduce inevitabilmente ad un turn over dequalificante: gli operatori qualificati vengono sostituiti con giovanissimi alle prime armi. Immaginiamo ad affidare a quest'esercito di inesperti casi di bambine abusate o di depressioni post parto.......
 
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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 7/5/2011, 12:33




...a proposito di democrazia e di stampa moderata....

I fatti politici accaduti nell'ultimo anno - nel Bel Paese - hanno come obiettivo la distruzione di quei centri che fanno resistenza al potere del pirncipe (Berlusconi, ndr). Ovvero?

Primo: fare a pezzi la magistratura
SPOILER (click to view)
Basta cambiare a poco a poco la società, in modo che nessuno se ne accorga… una riforma oggi, una tassa domani; dopo ci penserà la televisione a mitigare gli animi, uniformare le menti, distrarre l’attenzione verso piccoli e insignificanti avvenimenti di cronaca nera. Come avviene ai nostri giorni, anche se non ce ne rendiamo conto. Chi ha capito cosa è realmente successo ultimamente con il caso De Magistris? Beh, l’intento dei media è stato proprio quello di impedire che la gente comprendesse. “Guerra tra procure” hanno titolato i giornali, ma il perché non è stato spiegato. Il trucco è proprio qui: è sufficiente nascondere il perché delle cose per far scomparire la verità. Quasi nessun giornalista ha spiegato che tutto è partito dalla denuncia fatta da De Magistris ai superiori di Catanzaro e su cui sta ora indagando la Procura di Siracusa; praticamente nessuno ha detto che le accuse su De Magistris sono state tutte quante archiviate, sebbene lui sia stato ormai trasferito; e proprio nessuno ha avuto il coraggio di dire che le accuse di De Magistris sono invece più che fondate. Era da diversi mesi che la procura di Salerno si vedeva rifiutare l’accesso ai fascicoli custoditi a Catanzaro e così sono andati a prenderseli. E’ a quel punto che si è sollevato un vespaio, amplificato e distorto dalla stampa. Hanno chiamato in causa persino Napolitano, ma non c’è stato nessun atto illegittimo, per giustificare un simile intervento.
Quale occasione era migliore per parlare di giustizia e introdurre alcune delle riforme già proposte nel Piano di Rinascita Democratica della P2, come la tanto decantata separazione delle carriere? Attenzione al trucco, perché il pubblico ministero in questo modo finirà alle dipendenze dello stato, dato che sarà considerato alla stregua di un normale avvocato. Questo significherà una cosa sola: processi su misura, quando, come e se lo vuole il governo in carica; ma l’articolo 104 della Costituzione Italiana recita: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”.
La televisione e la stampa non sono più mezzi di cui ci si possa fidare, ce ne siamo resi conto negli ultimi anni, ci sono innumerevoli esempi: a partire dalla Guerra in Iraq, che non aveva alcun collegamento con Al-Qaeda e in cui non sono state trovate armi di distruzione di massa, alla faccenda dei rifiuti di Napoli, smascherata da Report in una delle ultime puntate.
Ma allora come facciamo a informarci? In due modi: leggendo libri di approfondimento e stabilendo personalmente quali sono i giornalisti seri (e ce ne sono ancora), per poi andarsi a leggere le notizie sui loro blog.

Secondo: la scuola pubblica
La scuola pubblica con tutti i suoi difetti, è il tessuto fondamentale dell'unità democratica italiana. E' ovvio che chi vuole demolire questa democrazia inizi da lì. E parte dai professori per passare ai libri di testo. Forse, in Italia, solo i pensionati hanno qualche riconoscenza con il soggetto (lo Stato, ndr) che gli fornisce i mezzi di sostentamento!
Temo che gli italiani si fideranno di Berlusconi quando - parlando di scuola pubblica - lui dice: <<fidatemi di me!>>. Purtroppo il segno del tempo tragico che stiamo vivendo è che non si trova un solo deputato della maggioranza che si vergogni, né un solo prelato che, di fronte allo scandalo di depredare un paese in pericolo, si tiri indietro.
Terzo: gli intellettuali
SPOILER (click to view)
Sono loro i veri nemici del governo in carica. Combatterli, neutralizzarli, inimicarseli, è un progetto largamente perseguito. Quasi non passa giorno senza che, dal vertice proprietario del Popolo della libertà o da qualche suo angolo più riposto, non venga preso a bersaglio l' intero ambiente degli intellettuali,o questo o quel suo esponente. È una sorta di nevrosi ministeriale. Gli scoppi d' ira che essa procura prescindono da ogni calcolo in materia di costi e di ricavi. Diamo uno sguardo alla cronaca recente. Quale espediente potrebbe immaginarsi più efficace per raccomandare alla curiosità del pubblico il film di Sabina Guzzanti, Draquila - che confuta il trionfalismo del governo esibito in occasione del dramma abruzzese - della rinunzia, decisa dal ministro Sandro Bondi, a rappresentare l' Italia al festival di Cannes, colpevole di ospitare, fuori concorso, quell' opera? Che ne soffra la manifestazione francese, pare una speranza mal riposta. Così come non risulta che l' attacco mosso dal ministro Renato Brunetta a Michele Placido, considerato un rappresentante del "parassitismo" culturale nostrano, abbia ferito a morte quel regista. Ancora più problematico sarebbe confidare che il giudizio negativo espresso da Marina Berlusconi nei riguardi di Roberto Saviano, abbia ridotto in maniera drastica la vendita delle opere a sua firma. È abbastanza strano che a un partito così potente manchi l' accortezza necessaria per evitare simili operazioni in pura perdita. Perdita di autorevolezza, s' intende, se non peggio. Il quale peggio venne toccato anni fa, quando l' allora ministro Claudio Scajola diede del "rompicoglioni" a un distinto intellettuale, il giuslavorista Marco Biagi, vittima recente, allora, del terrorismo d' estrema sinistra, accusandolo di aver insistito fino alla noia perché gli venisse assegnata una scorta: donde le dimissioni - le prime - per scarsa cui fu costretto lo stesso Scajola. Ma perché rievocare simili eventi? Essi, forse, possono aiutare a capire che qualcosa più forte di loro sospinge i protagonisti delle iniziative anti-intellettuali fin qui citate verso un esito catastrofico. Una catastrofe potrebbe rivelarsi anche la prossima ricorrenza dell' Unità d' Italia: la lista dei proponenti, si è sottratta, a comiciare da Ciampi, al prevedibile sfacelo dell' iniziativa. Molto intenso è l' odio che il partito dominante professa nei riguardi dell' "intellighenzia" di derivazione ex An, immaginando che proprio lì affondino le radici della rivolta impersonata da Gianfranco Fini. Quando ci si intrattiene sul tema "intellettuali" con qualche esponente del centro-destra non ignaro di cultura - qualcuno ne esiste - si sente ripetere che in origine il capo di Forza Italia si adoperò per attirare alla sua parte elementi autorevoli in quel campo: e cita Colletti, Melograni, Vertone, Rebuffa. Ma è costretto a riconoscere che nessuno di quei tentativi d' annessione è riuscito. Quegli uomini di cultura hanno smaltito per tempo la seduzione. L' ultimo esempio riguarda Ferdinando Adornato, che forse immaginava di guadagnarsi i galloni di maestro di pensiero della consorteria di Arcore; ma poi ha cambiato palcoscenico. Si trovasse al potere o all' opposizione, sempre la classe politica ha adottato verso l' élite intellettuale un atteggiamento misto di aperture, ripulse e "richiami all' ordine": ma un distacco simile a quello offerto dall' attuale partito di maggioranza relativa è difficile riscontrarlo in passato. Perfino durante il fascismo, all' epoca dei Littoriali e delle riviste di Bottai, quello di coltivare legami tra governanti e gente di cultura non venne considerato un compito inutile o una lesione all' imperativo del "fare". La stessa era craxiana, ai propri esordi, aveva potuto contare su una diffusa simpatia tra gli intellettuali: il "progetto socialista" apparve qualcosa di innovativo a sinistra, e intorno a Mondoperaio si raccolsero energie importanti. Poi tutto parve disfarsi, ma nelle opere storiche dedicate alla prima Repubblica il ricordo di quella stagioneè ancora presente. Nel Pci, certe durezze togliattiane, degne del peggior Zdanov e permeate di rigore totalitario - si pensi al trattamento sprezzante inflitto ad Elio Vittorini e ai suoi seguaci del Politecnico - erano eccezioni in un atteggiamento ispirato alla " captatio benevolentiae ". Da questo punto di vista, il Popolo delle Libertà va considerato un esemplare unico. Non conosce precedenti. Lo stesso suo richiamarsi alla Democrazia cristiana dei tempi d' oro non ha molto senso. I capi di quel partito cattolico, nei tardi anni ' 40, avevano avversari agguerriti dai quali difendersi. Era in corso una guerra fredda. Si cedeva a un manicheismo forzato. Oggi l' avversione che si professa, nel centro-destra, verso gli intellettuali manca di sfondo. È impalpabile, surreale. Adottare l' invettiva pronunziata da Mario Scelba contro la gente di cultura - «quei quattro cialtroni di pseudo-intellettuali» fu la frase da lui coniata nell' aprile 1948,e riassunta l' anno successivo nella definizione di "culturame" - somiglia a un arbitrio esercitato a freddo. Fa sorridere l' analogia fra la bocciatura che Giulio Andreotti inflisse nel febbraio 1952 allo splendido film di Vittorio De Sica Umberto D, definendolo «un pessimo servizio alla patria» e quella decretata contro Sabina Guzzanti. Ognuno è libero di scegliersi i propri antenati, ma può venir considerato un loro parente povero o uno stralunato imitatore.
 
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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 26/5/2011, 13:58




Mamma mia!! Leggo in queste ore che il governo italiano ha incassato la fiducia da parte dell'Aula della Camera sul dl Omnibus. Mamma mia!! Secondo il governo, il dl Omnibus rende inutile il referendum anti-atomo. Tra le altre cose, infatti, il decreto cancella le norme sulla costruzione delle centrali nucleari ma lo fà - per come la vedo io - per cercare di evitare che gli italiani votino il referendum del 12 giugno!! Ma è un trucchetto e sono la prima a scommettere che tra qualche tempo torneranno alla carica....
 
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renata.faria
view post Posted on 25/6/2011, 06:47




Da Wikipedia: La crisi dei rifiuti in Campania si caratterizza per lo "stato di emergenza" relativo allo smaltimento ordinario dei rifiuti solidi urbani (RSU) nella stessa regione. È iniziata nel 1994 con la dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina del primo Commissario di Governo con poteri straordinari.[1] Lo stato di emergenza è quindi cessato ufficialmente, dopo oltre 15 anni, sulla base di un decreto legge, il n. 195 approvato dal Governo il 17 dicembre 2009, che ha fissato la data del 31 dicembre 2009 quale termine finale dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario. Ma.......e guardate qui sotto un video dei nostri giorni!


...e poi su tutti i quotidiani si possono leggere commenti di questo tenore: "Primo giorno d’estate con alte temperature, cataste di rifiuti e cattivi odori nell’aria. Alla scadenza del quinto giorno indicato dal nuovo sindaco Luigi De Magistris per la "pulizia completa" Napoli è invasa dai sacchetti di spazzatura in bella mostra sui marciapiedi, agli angoli delle strade e, in alcuni casi, anche sulle carreggiate stradali costringendo la circolazione a senso alternato. Stessa fotografia sia nelle periferie sia in centro: dai vicoli dei Quartieri Spagnoli, alle strade e alle zone più famose come piazza Trieste e Trento, a due passi da piazza del Plebiscito. Sacchetti colmi di spazzatura nella zona degli uffici, a poca distanza da Palazzo San Giacomo, sede del Comune, ma anche nelle arterie principali: da via Marina, alle strade che conducono alla zona collinare. Secondo l’Asia, l’azienda che si occupa della raccolta e dello spazzamento in città, a Napoli a terra ci sono 2.360 tonnellate di immondizia, mentre per la Regione Campania la quantità ammonterebbe a 1.500 tonnellate".
Nessun commento a questa dura realtà.
 
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Milady Iozal Reward
view post Posted on 28/6/2011, 12:35




Che vergogna!
 
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Mauritius
view post Posted on 26/7/2011, 08:59




Sul piano delle riforme (con un occhio al problema energetico) manca una politica industriale in grado di sostenere le imprese e creare nuovi posti di lavoro. E quando che manca un politica industriale mi riferisco ad una politica capace di riconvertire la nostra industria verso la green-economy come stanno facendo altri paesi: risparmio energetico, efficienza energetica, minori emissioni, più produttività dalle fonti rinnovabili. Purtroppo sugli incentivi al fotovoltaico e all'eolico c'è stata una battuta d'arresto, ma la politica italiana si dovrebbe (tutt'unita) battere affinchè vengano adottate le misure necessarie per concretizzare la produzione di energie dalle fonti inesauribili, come per l'appunto il sole e il vento.
 
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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 2/8/2011, 04:43




CITAZIONE (Mauritius @ 26/7/2011, 09:59) 
Sul piano delle riforme (con un occhio al problema energetico) manca una politica industriale in grado di sostenere le imprese e creare nuovi posti di lavoro. E quando che manca un politica industriale mi riferisco ad una politica capace di riconvertire la nostra industria verso la green-economy come stanno facendo altri paesi: risparmio energetico, efficienza energetica, minori emissioni, più produttività dalle fonti rinnovabili. Purtroppo sugli incentivi al fotovoltaico e all'eolico c'è stata una battuta d'arresto, ma la politica italiana si dovrebbe (tutt'unita) battere affinchè vengano adottate le misure necessarie per concretizzare la produzione di energie dalle fonti inesauribili, come per l'appunto il sole e il vento.

belle parole ma credo che in questo momento le attenzioni sono spostate su altri fronti.....e purtroppo, come al solito, si bada + ai proprio interessi che a quelli di un'intera nazione!
 
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bobby151169
view post Posted on 9/8/2011, 06:25




Grazie Onorevoli tutti, ma per carità, andateci pure, in ferie. Riposatevi, abbronzatevi, rimorchiate. Qualche buon proponimento per il prossimo anno scolastico? Scazzatevi di meno tra di voi e pensate di più a noi. Chiacchierate di meno e studiate di più (non è mai troppo tardi). Passate più ore in Parlamento e meno in tivvù (non sentiremo mancanza delle vostre irate diatribe). Qualche compito per le vacanze? Tutte le sere al tramonto, esercizi di umiltà: provate a sentirvi quello che siete. Ometti fallibili e mortali, gente che sbaglia, per protervia, per ignavia, per cinismo, per superficialità. In buona fede, in mala fede. Esaminate le vostre coscienze: ho fatto veramente tutto quello che potevo per scongiurare la crisi senza far pagare il conto ai cittadini? E questa di “rinunciare alle ferie”, non è – per caso – l’ennesima palla demagogica, buttata là per placare quelli che, pagato il conto della crisi, non hanno più un soldo per quello dell’albergo? Meditate, Onorevoli, meditate. Magari addirittura in solitudine.
 
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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 9/8/2011, 09:19




Secondo i dati ufficiali (2010), sono circa 2,5 milioni gli extracomunitari che lavorano in Italia. Ma a questa cifra, secondo alcuni, vanno aggiunti gli irregolari, che da una recente stima sarebbero quasi un milione. Ma quanto producono? Secondo una stima recente oltre il 10% del PIL nazionale e versano all’INPS 2 miliardi di euro di contributi. Vecchietti italiani, trattateli bene che sono anche loro che contribuiscono a pagarvi la pensione!
 
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Adriano Primo
view post Posted on 9/8/2011, 13:51




In Italia, dal mese di luglio 2011, il prezzo della crisi e della manovra si fa salato. Aumenti sconsiderati (rispetto allo stesso mese dello scorso anno) per trasporti (+14,7% per biglietti aerei, +9% sulle autostrade, +8,7% sul treno, +33% sui traghetti), sanità (superticket di 10 euro su visite e analisi), Rc auto (+5,3%), energia elettrica (+1,9%), gas (+4,2%) e acqua (+10%). Questi dati, devono essere pubblicizzati! Come và detto, il crollo della borsa di Milano del 4% e dello spread tra i i titoli di Stato italiani e il bund tedesco, schizzato verso l’alto (+3,51%). Ora, il Ministro dell’Economia italiano per convincere gli investitori a comprare i Btp italiani dovrà offrire alle prossime aste il 3,51% in più rispetto a quanto fa la Germania……e pure questo và detto!
 
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Chen Qu
view post Posted on 3/9/2011, 07:07




Qualche mese fa era sorto il dibattito sul NUCLEARE a seguito del terremoto in Giappone. C'è chi era stato favorevole e chi era stato contrario.
Anch'io voglio dire la mia. Ebbene: in Italia non sappiamo affrontare gli eventi naturali e non vedo perchè in futuro dovrebbe andare meglio, visti anche i tagli ai fondi per il rischio idrogeologico. Il terremoto in Giappone ci dice chiaramente che nel nostro Bel Paese bisogna puntare sulle fonti rinnovabili. Dunque energia autoprodotta sì, ma ecologica e rinnovabile.
L'Italia dispone di vento e sole, due forze della natura che imbrigliate a dovere producono elettricità infinita e ad una certa profondità abbiamo ancora acqua bollente surriscaldata dal nucleo terrestre: nei paesi del nord sono oramai decenni che riscaldamento ed elettricità vengono ricavati con le centrali geotermiche!
Ma a parte tutti questi discorsi, vecchi quanto l'orologio a cucù, ci siamo mai posti la domanda: ma il NUCLEARE conviene davvero? Qualche gruppo industriale si illude che sia possibile acquistare elettricità nucleare a prezzo di costo. Ne è una prova la centrale nucleare che sta per essere ultimata in Finlandia (con notevole ritardo e.......sono finlandesi!) e viaggia verso un raddoppio dei costi.

jpg

Secondo una nota di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo Greenpeace Italia, il Dipartimento USA dell'energia (DOE) nell'estate 2010 ha presentato la proiezione (annuale) dei costi industriali dell'elettricità da nuovi impianti previsti in linea al 2020, espressi in centesimi di dollari correnti. Secondo queste previsioni l'elettricità da nucleare è stimata quella con il costo industriale più alto: 11,15 centesimi di dollaro al kWh, contro i 9,6 dell'elolico, i 10,56 del carbone e gli 8,0 del gas (Fonte: Annual Energy Outlook 2010>Electricity Demand). A novembre però le stime del costo di capitale sono state riviste ulteriormente verso l'alto (US EIA-DOE, Update capital cost estimates for elecriticity generation plants, November 2010). Per il nucleare l'aumento più consistente: 5.339 $/kW, un aumento di quasi 37%. L'eolico registra un + 21%, mentre per gli impianti a polverino di carbone avanzati un + 25%. Per il gas naturale, invece, una stima di un aumento marginale dell'1%. Secondo il DOE, il divario dei costi stimati aumenta per il nucleare che sale a 14,37 centesimi al kWh contro gli 11,32 dell'eolico, i 12,49 del carbone, mentre il gas rimane a 8,05. La difefrenza di costo tra nucleare ed eolico sale dal 16% della prima stima a quasi il 27% di quella che viene dalla revisione dei costi di investimento del DOE. Se si considerassero anche i costi della CO2, un mix eolico e gas a ciclo combinato appare la scelta più saggia. Perchè non prenderne atto?
 
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38 replies since 19/6/2009, 17:02   279 views
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