Promolands

Internet: minacciata la libertà di informazione!

« Older   Newer »
  Share  
Mauritius
view post Posted on 20/8/2011, 09:37




Nell'ultimo G8 s'è parlato anche di internet ma è alla fine ne è saltato fuori un bilancio in chiaroscuro. Infatti, se da una parte (per la prima volta) gli otto grandi hanno parlato della Rete nei loro incontri, dall'altra, poco o nulla è stato il coinvolgimento della società civile connessa (blogger, intellettuali ecc..) e molto vaghi sono stati gli impegni presi per lo sviluppo della Rete. "Più internet per tutti, gratis e in ogni angolo del pianeta" era stata la richiesta principale degli e-protagonisti invitati al tavolo dei politici. Reduci del'e-G8 a Parigi, gli uomi che guidano Facebook (Mark Zuckerberg), Google (Eric Schmidt) e altri giganti on line si sono poi trasferiti a Deauville per discutere nel G8 "vero". Tra le loro richieste quella di "proteggere la proprietà intellettuale" senza "creare ostacoli alla crescita e allo sviluppo" della Rete e "massicci investimenti" nella banda larga ad alta velocità. Dalla politica, però, non è arrivato molto: nel documento finale del G8 "vero", si afferma che la Rete è divenuta essenziale per le nostre società, per l'economia e epr la crescita e che è indispensabile salvaguardare la libertà d'opinione e che ogni censura o restrizione arbitraria o indiscriminata all'accesso a internet è incompatibile con gli obblighi degli stati e inaccettabile.
Ma il vero problema è che privacy e sicurezza richiedono coordinamento fra i governi, organizzazioni regionali e internazionali, settore privato e società civile.
Insomma, al prossimo vertice si può fare di più!
 
Top
Adriano Primo
view post Posted on 15/11/2011, 13:56




Ho letto una cosa pazzesca (riporto l'articolo in basso) che se fosse confermata, avvalerebbe la tesi che oramai sulla "rete delle reti" siamo tutti costantemente spiati e monitorati. A tal punto che non saremo neppure più certi che una "nostra ricerca digitando alcune parole chiave" sia svolta a 360°. Saremmo cioè vincolati a nostri precedenti comportamenti, come fossimo all'interno di una "bolla", emarginati dalla cultura potenziale alla quale nessuno di noi avrebbe più accesso al 100%.
Come dire: "ti dò immediatamente quello che cerchi, tanto il resto non ti occorre perchè determinati tuoi comportamenti ci hanno detto proprio questo!". Provate ad immaginare le ripercussioni.

articolo comparso il 30 giugno 2011 su Il digitale è politico di Andrea Boscaro
"Medito da ieri sera sul video di un TED talk, un ciclo di conferenze americane che raccontano con spirito avanguardista il futuro del digitale, dell'economia, della società: il video è lo speech di Eli Pariser, uno dei più noti attivisti politici che hanno visto nella Rete uno strumento potentissimo di creazione del consenso e di fund-raising. In particolare è stato Direttore Esecutivo di Moveon.org.
Pariser osserva quanto l'algoritmo di Google consideri il nostro comportamento di ricerca e quella che Ortega y Gasset chiamerebbe la nostra "circostanza" (collocazione geografica, interessi, comportamento di utenti simili, ...) per restituire risultati che siano il più possibile potenzialmente per noi rilevanti: tutto questo ovviamente in base al login che abbiamo precedentemente fatto su servizi di Google (Gmail in primis) ed al fatto che in questo modo il motore di ricerca di Mountain View è in grado di riconoscerci e seguirci.
Tutto questo per mettere in pratica quanto dice l'ex CEO di Google Eric Schmidt "It will be very hard for people to watch or consume something that has not in some sense been tailored for them".
Il punto che Pariser solleva è che questo si traduce in una sorta di "filtro" o meglio di "bolla" che Google costruisce attorno all'utente all'interno del quale si trovano solamente informazioni selezionate dal suo comportamento precedente e quindi dall'affinità e dalla preferenza che l'utente può esprimere anche nei confronti dei nuovi contenuti. Il problema è far galleggiare la ricerca in un contesto sì rilevante, ma per questo non libero e capace di creare una prigione di autoreferenzialità e di limite a ciò che la Rete è: trasparenza delle informazioni, opportunità di confronto.
E' quanto può accadere sui social media dove, se abbiamo solo amici di uno schieramento politico rischiamo di non uscire fuori da una visione interna al nostro ambiente, ma in questo caso è "colpa nostra": siamo noi ad aver scelto di chi essere amici su Facebook o chi seguire su Twitter. In un motore di ricerca, l'algoritmo non è modificabile e quindi la bolla è più stretta e resistente.
Purtroppo è quanto accade nella vita di tutti i giorni, se siamo abituati a guardare solo alcuni talk-show o a leggere alcuni giornali... il rischio di non vedere gli altri punti di vista è serio.
Ancor più serio quando fonti di informazione non esplicitamente schierate sono manipolate dalla lottizzazione e dalle cordate interne: giusto tenere sotto controllo i fenomeni che avvengono sulla Rete perchè almeno qui non vi siano effetti distorsivi sull'opinione pubblica e sulla libertà di apprendimento personale".
 
Top
view post Posted on 18/2/2012, 09:40
Avatar

Presidente e Responsabile Diplomatico

Group:
Alto Consiglio
Posts:
1,669
Location:
Cityprom, Piazza Indipendenza

Status:


Si comincia ad intravedere all'orizzonte una minaccia al principio di base totalitario per Promolands: ossia la libertà di informazione!
Ritengo che in passato i cd. “Grandi del Mondo” abbiano sottovalutato le potenzialità di internet che dà la possibilità alla gente (quella comune) di aggirare i principali media che controllano l’informazione.
E ora vorrebbero porre rimedio facendo leva sul buon senso.
Quando il buon senso imporrebbe un “non ingabbiamento” del flusso libero di informazioni.
[tratto da un'intervista rilasciata a Piter Zucca]
 
Web  Top
Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 19/2/2012, 21:10




Può accadere che un giornalista compia degli errori e cada nella violazione della privacy. Oggi i cronisti devono essere sempre più attenti alla loro responsabilità deontologica. Ma le notizie di pubblico interesse saranno pubblicate e potranno superare qualsiasi barriera: e una notizia di pubblico interesse non necessariamente è solo quella di un reato. Non si può invocare il bavaglio ogni volta che dalle intercettazioni arrivano notizie di malaffare, di inquinamento del circuito democratico, di azioni corrosive di enti e aziende pubbliche. E se si scoprono vicende boccacesche o tragicomiche nella vita privata di qualche "personaggio importante" non si può tacere. Nè si può sostenere che i giornali danno conto solo per amore di gossip di quelle che non sono semplici e normali abitudini private. La censura non è ammissibile. Voglio solo ricordare che qualche mese fa un ministro tedesco si è dimesso perché i giornali rivelarono che aveva commesso una marachella: la tesi di laurea era copiata! Non aggiungo altro.
 
Top
Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 10/4/2012, 12:36




da Agorà digitale: volentieri diffondo.........

Ebbene si’, abbiamo un modo per disinnescare il nuovo tentativo di estendere a tutti i “siti informatici” compresi blog e siti amatoriali, la rigida regolamentazione della carta stampata in particolare relativamente all’obbligo di rettifica.

L’iter del famoso comma “ammazza-blog” è ripreso assieme a quello del ddl intercettazioni in cui è contenuto e, se approvato, prevederà che qualsiasi persona pubblichi testi in rete, anche in modo amatoriale e per ristrette cerchie di amici, possa ricevere una richiesta di rettifica quando tali contenuti siano ritenuti scomodi da qualcuno. In caso di mancata pubblicazione della rettifica entro due giorni, scatterà una sanzione fino a 12.500 euro. Facile ipotizzare la possibilità di utilizzare in modo intimidatorio tale strumento: qualunque cittadino scriva in rete, non avendo un giornale organizzato con struttura legale disposta a difenderlo, sarà certamente spinto ad accettare richieste di rettifica anche se ritiene di aver scritto fatti reali, attuando cosi’ una forma di autocensura per non incorrere nella sanzione.

È fondamentale restare lucidi e assumerci la responsabilità di percorrere tutte le strade che, nel caso di approvazione della legge, quantomeno evitino la desertificazione del web italiano. Cio’ è possibile perchè, assieme all’iter sul provvedimento iniziato alla Camera nel luglio 2010 e poi sospeso in seguito alle forti pressioni contrarie, rientrano in gioco anche tutti gli emendamenti che erano stati presentati oltre un anno fa.

Ebbene 26 parlamentari (qui i nomi) di PD (8), Radicali (6), UDC (5), PDL (3), IDV (2) e Gruppo Misto (2) hanno presentato alla Camera ben 7 diversi emedamenti (leggili qui) che in vario modo cercano di limitare ai soli contenuti professionali ed in particolare alle testate registrate la validità del comma incriminato.

Si tratta di un tesoro inestimabile, tanto più per il fatto di avere una caratterizzazione bipartisan. Attorno ad esso abbiamo la possibilità di raccogliere la disponibilità di chi non vuole aggravare l’anomalia informativa italiana.

Qualsiasi parlamentare può, fino al momento della votazione, apporre la sua firma su tutti o solo alcuni di questi emendamenti, se li ritiene condivisibili.

Vogliamo provare a portare gli attuali 26 firmatari verso i 316 della maggioranza necessaria all’approvazione di tali emendamenti alla Camera?

Invieremo a tutti i deputati la richiesta di modifica assieme a tutte le firme.

Gentile Onorevole,
26 dei suoi colleghi di PD (8), Radicali (6), UDC (5), PDL (3), IDV (2) e Gruppo Misto (2) hanno presentato alla Camera ben 7 diversi emedamenti volti a limitare ai soli contenuti professionali ed in particolare alle testate registrate la validità del comma 29 del ddl intercettazioni volto ad estendere anche online la normativa sul diritto di rettifica. Riteniamo pericoloso estendere anche a contenitori amatoriali come blog o generici “siti internet” una normativa pensata per testate registrate e che appare sproporzionato applicare ad un contesto di scrittura amatoriale e rivolta a gruppi ristretti di persone.
Le chiediamo di apporre la sua firma sui sette emendamenti o quantomeno su alcuni di essi, per dare forza alla richiesta di abrogazione in modo che sia chiaro che la difesa del web, non come luogo di assenza di regole, ma come risorsa anche per l’informazione è condivisa da tutti gli schieramenti politici.
Internet è e sarà una risorsa fondamentale per la nostra democrazia e deve essere tutelata.
 
Top
Cesidio
view post Posted on 10/4/2012, 16:53




Angell Cherubini mi ha chiesto di intervenire qui, ma ho pochissimo tempo a disposizione, perché sono occupatissimo con notiziari diplomatici micronazionali, nuovi ambasciatori per l'AMOMU che devono essere abilitati al proprio lavoro, e anche i possibili primi giochi micronazionali organizzati in Italia:

http://messianicgames.com (sito ancora in costruzione)

Anzi, avrei bisogno un po' del vostro aiuto in questo, se non con i vostri atleti, allora almeno con le vostre capacità comunicative/diplomatiche. I giochi li sto organizzando a casa vostra, non a casa mia.

Anzitutto questa precisazione: non me ne frega un tubo di quello che il governo italiano vuole fare con la Internet. Noi non abbiamo rapporti né diplomatici, né umani con i repubblicani del governo italiano, e anche i rapporti con i monarchici italiani non sono affatto idilliaci

Fatto sta che non esiste soltanto la Internet della ICANN, e sulla Radice Cesidiana, su domini come .um e .5wc, vige il Diritto Cesidiano. Se volete continuare ad usare solo ed esclusivamente domini come .com o .it, beh, allora avrete questi problemi, perché avete scelto di operare sotto quella giurisdizione.

La Radice Cesidiana non è la stessa giurisdizione. Il governo USA ha forzato il hosting del sito http://wikileaks.org a chiudere il sito, in violazione del Primo Emendamento della Costituzione USA (che ha a che fare con la libertà di stampa, di protesta pacifica, di petizione, ma anche con la libertà di religione). Noi invece l'abbiamo riattivato 4 giorni più tardi. Il sito ha funzionato quasi senza interruzione solo nella Radice Cesidiana. E non lo dico soltanto io questo, perché è notizia pubblica:

http://www.foxnews.com/scitech/2012/03/02/...rld-wide-weird/

Siccome in Internet le notizie posso correre alla velocità della luce da un semplice video YouTube, allora deve esistere maggiore responsabilità. A mio parere legale, quelli sotto ai 21 anni dovrebbero avere il diritto soltanto di usare email, usare siti passivamente, e Wikipedia e risorse simili. Non dovrebbero avere il diritto di mettere su un sito, un blog, un canale YouTube, e così via.

I maggiorenni hanno il diritto di esprimersi col voto, non i minorenni. Beh, sotto il Diritto Cesidiano i maggiorenni in senso assoluto, quelli di 21 anni compiuti, sono anche quelli che hanno il diritto di candidarsi alle elezioni, non solo di votare, e quindi anche il diritto di essere leader di una nuova nazione o micronazione. Solo un tizio sotto i 21 anni è membro della Micronational Professional Registry (MPR), ma è l'eccezione alla regola, non la regola generica.

Non posso interessarmi di tutte le vicissitudini sul Web, anche perché posso assumermi responsabilità solo delle cose che posso controllare io, quelle sulle quali esercito sovranità legale.

La realtà è questa, e lo è sempre stata: o si domina, o si è dominati. Col vostro voto, con la vostra magnanimità, con i vostri soldi, col vostro volontariato potete sia assumere sovranità limitata, o dare manforte a chi è più meritevole di gestire quello che non potete gestire voi, con le vostre forze. Se volete dare ancora più forza ai fascisti, perché altro non sono, quelli che vi tassano e che espropriano la vostra terra, non potete chiedermi di protestare contro questo, perché siete voi quelli che gli date forza, non io.
 
Top
view post Posted on 11/4/2012, 08:05
Avatar

Presidente e Responsabile Diplomatico

Group:
Alto Consiglio
Posts:
1,669
Location:
Cityprom, Piazza Indipendenza

Status:


Ringrazio veramente il Dott. Cesidio per la risposta data.
 
Web  Top
21 replies since 25/2/2010, 07:45   130 views
  Share