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Bisogna scollegare la moneta a corso legale dall’economia reale

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view post Posted on 14/10/2008, 09:56
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Lavoro, risorse naturali ed energia sono i fattori originari della produzione.

L’economia reale è l’insieme delle attività di produzione di beni e servizi per soddisfare bisogni. La produzione è il risultato della trasformazione delle risorse naturali tramite le forze produttive: lavoro, mezzi e conoscenze.

Tuttavia, poiché con la sola energia non si possono trasformare risorse naturali in prodotti e/o in mezzi di produzione senza attività umana, il lavoro è il fattore fondamentale della produzione e, quindi, dell’economia reale.

Con il lavoro si produce plusvalore, che è pari alla differenza fra valore di mercato dei beni e dei servizi, cioè prezzi, e valore di mercato del lavoro, cioè salari, compresi tutti i relativi accantonamenti.

Tutto l’attuale sistema economico e finanziario è fondato sul plusvalore che deriva dall’economia reale.

Il plusvalore, al netto dalle tasse, viene destinato in parte ad investimenti produttivi (nuovi mezzi di produzione) ed in parte risparmiato e/o investito in attività finanziarie.

Il salario, al netto dalle tasse, viene in parte consumato ed in parte risparmiato e/o investito in attività finanziarie.

Il risparmio è dunque pari a plusvalore più salari meno tasse meno consumi meno investimenti.

Tutti questi fattori economici sono rappresentati da denaro e da crediti in denaro: con denaro si scambiano i beni e servizi prodotti e con denaro si pagano i salari, le tasse ed i nuovi mezzi di produzione. Lo stesso risparmio è rappresentato da denaro come riserva di valore.

Denaro e credito sono fattori dell’economia finanziaria. Salvo rare eccezioni (per esempio, baratto di lavoro e/o mezzi di produzione con beni e/o servizi prodotti), con denaro e credito si acquistano materie prime, semilavorati, componenti, mezzi di produzione e si ricevono prestazioni di lavoro e di conoscenza. Perciò, nell’attuale sistema economico mondiale, con la moneta la finanza muove l’economia reale.

Il denaro ed il credito sono rappresentati da moneta a corso legale.

La moneta a corso legale è emessa dagli stati o da banche centrali o banche di emissione. Questa moneta non ha alcun valore reale ma prende valore solo per legge.

È così da oltre trecento anni, da quando furono costituite le prime banche di emissione, alle quali venne riconosciuto il potere di emettere moneta che non rappresenta beni od altri valori reali esistenti.

Da allora, la moneta a corso legale è solo un debito che assume l’emittente nei confronti dei portatori. È una moneta fiduciaria, una sorta di finta cambiale senza scadenza. Con una particolarità importante. Nonostante sia completamente priva di valore reale, i creditori hanno l’obbligo di accettare in pagamento moneta a corso legale.

La prime monete a corso legale furono emesse per prestare denaro agli stati e finanziare le guerre. Nel tempo, poiché i debiti degli stati sono sempre in aumento, la quantità di moneta a corso legale continua ad aumentare.

Le banche commerciali ricevono in deposito questa moneta a corso legale e concedono prestiti. E, poiché la moneta prestata da una banca viene poi versata in deposito alla stessa o ad un’altra banca, il sistema bancario riesce a moltiplicare il valore della moneta a corso legale emessa dagli stati o dalle banche centrali.

Solo il tre per cento di questa massa monetaria entra nell’economia reale. Il resto è impiegato in prestiti agli stati, in scambi fra diverse valute ed in acquisti di partecipazioni societarie.

L’enorme offerta di moneta ha provocato una sopravalutazione dei titoli di borsa, il cui prezzo è enormemente superiore al loro valore reale.

Tutta questa massa monetaria circolante, che oggi ha un valore nominale di oltre cinquanta volte il valore reale della produzione annuale mondiale ed è addirittura superiore al valore di tutti beni esistenti sul pianeta, trae origine da moneta a corso legale priva di qualsiasi valore reale.

Più aumentano i debiti degli stati, più aumenta la moneta a corso legale, più aumenta il prezzo delle azioni e più aumenta la differenza fra il valore nominale della moneta a corso legale ed il valore dei beni e servizi reali prodotti ogni anno.

L’effetto più grave di questa espansione monetaria è che i prestiti impiegati all’esterno dell’economia reale non producono plusvalore. Gli utili derivanti da prestiti pubblici o da scambi di valuta e di titoli quotati non sono ricchezza reale ma solo ricchezza numeraria apparente. Purtroppo, con questa ricchezza si controlla il mondo: l’economia, la politica, l’informazione e la cultura, quindi le coscienze.

In questo contesto si innesta il fenomeno, anch’esso iniziato oltre trecento anni fa per finanziare una rivolta, del prestito piramidale, che consiste nel coprire i rendimenti finanziari contraendo nuovi debiti. Si tratta di una truffa mediante la quale i rendimenti a favore di chi presta e/o investe denaro per primo sono coperti da chi presta e/o investe per ultimo.

Fino al 2000, le banche e gli enti speculativi hanno coperto i rendimenti prendendo denaro dai risparmiatori. Poi, il risparmio, anche per le forti perdite subite dai risparmiatori, non è più bastato e sono stati costretti ad emettere nuova moneta concedendo nuovi prestiti e inondando il mercato di nuova liquidità.

Naturalmente, nemmeno questa moneta emessa e prestata per coprire interessi e rendimenti sui prestiti precedenti produce alcun plusvalore ed anzi riduce il potere d’acquisto (svalutazione), quindi il valore reale, di tutta la moneta in circolazione in misura maggiore dell’aumento del valore nominale della massa monetaria.

Ora siamo quasi alla stretta finale. Non si tratta di una crisi ciclica bensì di una crisi sistemica del sistema finanziario e di conseguenza dell’intero sistema economico.

Le condizioni ed i tempi di questa crisi si possono rappresentare mediante un’equazione matematica che si può esprimere con una semplice evidenza: più aumentano i debiti pubblici ed i valori di borsa rispetto al plusvalore prodotto dall’economia reale, più il sistema entra in crisi.

E la crisi diventa definitiva e sistemica quando la differenza fra la perdita di potere di acquisto della moneta e l’aumento del valore nominale della massa monetaria supera il plusvalore derivante dall’economia reale. Da quel momento, ha inizio una crisi economica che non può essere risolta se non separando la moneta a corso legale dall’economia reale.

Tutto questo processo avviene in base ai seguenti assiomi.

1) Il lavoro produttivo produce un plusvalore pari alla differenza fra valore di mercato dei prodotti (prezzi) e valore di mercato del lavoro (salari): PV = P – S (plusvalore = prezzi – salari).

2) Il plusvalore PV, al netto dalle tasse T, è destinato in parte a consumi C, in parte ad investimenti produttivi I ed in parte a risparmio R.

3) Il salario S, al netto dalle tasse T, è destinato in parte a consumi C ed in parte a risparmio R.

4) Quindi il risparmio R è pari a plusvalore PV più salari S meno tasse T meno consumi C meno investimenti I (R = PV + S – T - C – I).

5) La moneta a corso legale M è il bene che rappresenta il valore di tutti gli elementi dell’economia reale.

6) Poiché nell’attuale sistema economico il valore della massa monetaria MM dovrebbe essere pari al valore complessivo P dei prodotti disponibili sul mercato, la parte SM di massa monetaria MM che supera questo limite provoca una perdita di valore, cioè un deprezzamento D, della moneta M ed il sistema entra in crisi.

7) La parte di massa monetaria SM che supera P produce rendimenti finanziari RF.

8) Fino a quando i rendimenti finanziari RF vengono coperti con il risparmio R, la perdita di valore D è inferiore all’aumento della massa monetaria SM e si hanno crisi cicliche.

9) Quando il risparmio R non riesce più a coprire i rendimenti finanziari RF, per coprire RF viene emessa nuova moneta NM che provoca una perdita di valore D della moneta M in misura superiore ad NM e si aggrava la crisi.

10) Quando la differenza fra perdita di valore D e nuova moneta NM supera il plusvalore PV, ha inizio una crisi economica sistemica irreversibile.

11) Non è più possibile tornare alle condizioni iniziali ed anche se lo fosse si svilupperebbe lo stesso processo già avvenuto.

L’unica soluzione è scollegare la moneta convenzionale dall’economia reale e passare dalla moneta a corso legale, che dovrebbe rappresentare prodotti, ad una moneta che rappresenti il valore del lavoro necessario a produrre i beni e servizi scambiabili con quella moneta: la moneta del lavoro.
 
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view post Posted on 26/3/2010, 11:30
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traduzione in inglese

Work, natural resources and energy, are the original factors of production.

Real economy is the whole of the activities producing goods and services to satisfy needs. Production is the result of the transformation of natural resources through productive forces: work, means and knowledge.

Even so, since energy on its own can’t change natural resources in products and/or in production means without human activity, work is the fundamental factor of production and, therefore, of real economy.

Work produces surplus, which is equal to the difference between the trade value of goods and services, i.e. prices, and work market value, i.e. salaries, including all provisions.

The whole financial and economic system is based on surplus deriving from real economy.

Surplus, after tax, is partly addressed to productive investments (new production means) and partly saved and/or invested in financial activities.

Salary, after tax, is partly consumed and partly saved and/or invested in financial activities.

Savings are therefore equal to surplus plus salaries minus investments.

All these economic factors are represented by money and credits in money: goods and produced services are exchanged with money, even salaries, taxes and new production means are exchanged with money. Also, savings are represented by money as stock of value.

Money and credit are factors of the financial economy. Except for rare occasions (for example, barter of work and/or production means for goods and/or produced services), with money and credit one buys raw materials, semi finished goods, components, production means and receives work and knowledge performances. Therefore, in the current world economic system, with currency finance moves economy.

Money and credit are represented by legal tender currencies.

Legal tender currency is issued by states or central banks or issuing banks. This currency has no real value but gains value only owing to law.

It’s three hundred years it’s been like this, since they constituted the first issuing banks, which are acknowledged the power to issue currency not representing goods or other existing real values.

Since then, legal tender currency is just a debit undertaken by the issuer towards the bearers. It’s trust money, a sort of fake bank draft with no term. With a particular feature. Although it’s completely devoid of value, creditors have the obligation to accept legal tender currencies.

The first legal tender currencies were issued to lend money to the states and fund wars. During time, since the states’ debts are always increasing, the amount of legal tender currency keeps increasing.

Commercial Banks receive this legal tender currency as deposit and grant loans. And, since the currency granted by a bank is subsequently deposited in the same or in another bank, the bank system manages to multiply the value of the legal tender currency issued by the states or central banks.

Only three per cent the monetary mass enters real economy. The rest is employed in loans to the states, in exchanges between different currencies and to purchase holdings.

The enormous offer of currency has caused the overrating of stocks; their price is enormously higher than their real value.

All this outstanding monetary mass, which has reached today a nominal value of more than fifty times the world’s yearly production and is even higher than the value of all the goods existing on the planet, arises from legal tender currency devoid of any real value.

The more the state’s debts increase, the more legal tender currency increases, the more the price of stocks increases and the difference between nominal value of the legal tender currency and the value of goods and real services produced each year increases.

The most important effect of this monetary expansion is that the loans employed outside real economy don’t produce surplus. The profits rising from public loans or from exchanges of currency and stock aren’t real wealth but just apparent numerary wealth. Unfortunately, this is what controls the world: economy, politics, information and culture, therefore consciences.

There is another phenomenon joining this context, also this one started about three hundred years ago to fund a rebellion, it’s the pyramidal loan, allowing covering financial profits by contracting new debts. It’s a fraud where the profits of who invests and/or loans money for first are covered by last one to loan and/or invest.

Until 2000, banks and speculative bodies covered yields taking money from savers. Then, the savings, also owing to the strong losses suffered by the savers, weren’t enough and the speculators were forced to issue new money granting new loans and inundating the market of new liquidity.

Obviously, not even this currency issued and loaned to cover interests and yield on previous loans produces any surplus, indeed it reduces purchase power (devaluation), therefore the real value of all the outstanding currency at a higher rate than the increase of the nominal value of the monetary mass.

Now we are almost at the climax. It’s not the case of a cyclical crisis but of a systematic crisis of the financial system and consequently of the whole economic system.

The conditions and times of this crisis can be represented through mathematic equation that can be expressed introducing a simple point: the more public debt and stock values increase compared to the surplus produced by real economy, the more the system crisis deepens.

And the crisis becomes definite and systemic when the difference between the currency purchase power loss and the monetary mass nominal value increase is higher than the surplus rising from real economy. The economic crisis from that point becomes unsolvable, if not by disconnecting legal tender currency from real economy.

All of this process takes place according to the following axioms.

1) Productive work produces an amount of surplus equal to the difference between product market value (prices) and labor market value (salaries): PV = P – S (surplus = prices– salaries).

2) Surplus PV, after-tax T, is partly addressed towards consumption C, partly towards productive investments I and partly towards savings R.

3) Salary S, after-tax T, is partly addressed towards consumption C and savings R.

4) Therefore the savings R are equal to surplus PV plus salary S minus taxes T minus consumption C minus investments I (R = PV + S – T - C – I).

5) Legal tender currency M is the good representing the value of all the elements in real economy.

6) Since the current economic system the value of the monetary mass MM should be equal to the comprehensive value P of the products available on the market, the part SM of monetary mass MM overcoming this limit causes a value loss, i.e. a depreciation D, of currency M and the system enters a crisis.

7) The part of monetary mass SM overcoming P produces financial yields RF.

8) Until financial yields RF are covered by savings R, the value loss D is lower than the increase of monetary mass SM causing cyclical crisis.

9) When savings R can’t cover financial yields RF, new currency NM is issued to cover RF causing a value loss D of currency M for a higher amount than NM worsening the crisis.

10) When the difference between value loss D and new currency NM overcomes surplus PV, an economic systemic irreversible crisis begins.

11) It’s not possible anymore to go back to starting conditions and even if it was the same already happened process would develop again.

The only solution is to disconnect conventional currency from real economy and pass from legal tender currency, which should represent goods, to a currency representing the value of the work necessary to produce the goods and services exchangeable with that currency: the work currency
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