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Zoroastrismo

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bobby151169
view post Posted on 13/8/2009, 12:22




Zoroastrismo è il nome dato ad una delle più antiche religioni e la più importante e meglio nota dell'Iran antico o preislamico. Prende il nome dal fondatore Zoroastro (Zarathustra) vissuto in Persia approssimativamente tra il VII ed il VI secolo a.C.. L'altro nome con il quale lo Zoroastrismo è conosciuto, Mazdeismo, deriva dal nome della principale figura divina, Ahura Mazda. Più precisamente, alcuni distinguono fra zoroastrismo e mazdaismo, ritenendo plausibile l’esistenza di un mazdaismo non zoroastriano; altri studiosi ritengono la presenza di quest’ultimo non documentata e considerano mazdaismo e zoroastrismo sinonimi. Sempre secondo la versione tradizionale, sono le generazioni successive al profeta a trasformare profondamente il suo messaggio. Emergono due gruppi sacerdotali – uno in una zona più orientale, i sacerdoti dell’Avesta (dal nome di una collezione di scritti sacri, in parte di origine più antica, raccolti tra il IV e il VI secolo d.C.), e uno più occidentale, i Magi. Attraverso queste caste sacerdotali lo zoroastrismo diventa sincretistico e riassorbe idee precedenti – precisamente quelle contro le quali Zarathushtra avrebbe combattuto – reintroducendo i sacrifici e l’uso dell’haoma, nonché il culto di divinità politeistiche che sono “zoroastrizzate”. Questi sviluppi coincidono con l’impero achemenide – particolarmente nell’epoca che va da Dario I (522-486 a.C.) ad Artaserse (402-359 a.C.) – e hanno anche un significato politico: accogliendo le divinità di vari popoli nel suo alveo, lo zoroastrismo si presenta come controparte religiosa di un impero sovranazionale. Influenzato dall’ellenismo sotto i Selgiucidi, lo zoroastrismo è “canonizzato” in una serie di scritture nell’epoca sassanide e acquista un tono nazionalistico, come religione ufficiale dell’impero nel III secolo d.C. Tuttavia, già in questo periodo, lo zoroastrismo si trova in difficoltà in Iran di fronte all’arrivo di religioni universalistiche. Resiste con successo al manicheismo, ma deve cedere di fronte all’avanzata del cristianesimo e più tardi dell’Islam. Tentativi di rivolta zoroastriana contro il dominio islamico – come quello di Shiraz (979) – falliscono, e portano a una dura repressione. Comincia così, nel X secolo, l’emigrazione degli zoroastriani dell’Iran verso l’India, dove sono chiamati parsi (cioè “persiani”). Mentre in Iran la comunità zoroastriana (oggi ridotta a circa trentamila membri) ha sempre condotto un’esistenza difficile, in India i parsi (oggi presenti anche in Pakistan e Sri Lanka) hanno sempre goduto di una certa libertà religiosa, nonché di prosperità economica e influenza sociale (semmai aumentata durante il periodo britannico). Le due comunità hanno anche elaborato dottrine, usi e costumi parzialmente diversi. I parsi dell’India si sono caratterizzati negli ultimi secoli – oltre che per un acceso dibattito fra tradizionalisti e innovatori – per i contatti con altre religioni e con movimenti come la Società Teosofica. Agli ottantamila parsi del subcontinente indiano si aggiungono oggi le colonie presenti nell’emigrazione, particolarmente numerose e organizzate negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. In totale gli zoroastriani nel mondo sono oggi circa 125.000, di cui ottantamila in India. Gli organismi di cooperazione della diaspora parsi e zoroastriana seguono anche le non molte famiglie di correligionari che vivono in Italia (dove operano una Fondazione Zoroastriana e una Zarathustrian Association in Italy), e sono pure intervenuti presso il governo italiano per tutelare la loro identità e i loro diritti. Gli scritti raccolti nell’Avesta – in parte antichi e attribuiti a Zarathushtra stesso e in parte più recenti sino ai cosiddetti “libri Pahlavi” (probabilmente del IX secolo d.C.) – non sono di facile interpretazione; lo studio dello zoroastrismo è un’area di notevole controversia fra gli studiosi, e nell’ultimo secolo le interazioni fra studiosi occidentali e parsi indiani, assai frequenti, hanno reso più complesso il dibattito. Il monoteismo di Zarathushtra annuncia l’esistenza di un dio creatore, Ahura Mazda (chiamato Ohrmazd o Ohrmuzd nei testi Pahlavi), che ha due figli gemelli: uno benevolo, Spenta Mainyu, e uno malvagio, Angra Mainyu (Ahriman nei testi Pahlavi). Nel primo zoroastrismo il monoteismo coesiste così con un dualismo, e la coesistenza non è facile. I continuatori del profeta – soprattutto i Magi – privilegeranno il dualismo rispetto al monoteismo, parlando di due principi – benevolo e ostile –: Ahura Mazda e Angra Mainyu (Ohrmazd e Ahriman). Nello stesso periodo, mentre il primo zoroastrismo ammetteva l’esistenza di dei subordinati ma li considerava con sospetto come potenzialmente malvagi, acquistano invece importanza divinità di diversa origine “zoroastrizzate” come la dea madre Anahita e il dio solare Mithra. Gli Amesha Spentas – che per Zarathushtra erano probabilmente gli attributi della divinità suprema – sono personificati come divinità separate. Rimangono intatte l’idea di una creazione e quella di una “trasfigurazione” finale. Il destino dell’anima individuale passa per una dolorosa separazione dal corpo e un giudizio particolare, il quale può essere superato solo dalle anime dei giusti, che raggiungono la Luce Infinita, mentre i malvagi precipitano nell’Inferno e coloro le cui azioni buone equivalgono a quelle cattive rimangono in un limbo chiamato hamistagan. Al termine della storia, emerge un nuovo salvatore, secondo una tradizione nato da una vergine impregnata dal seme di Zarathushtra depositato nelle acque del bacino Hamun-i-Hilmad (secondo un’altra versione, i salvatori saranno tre). Questo messia degli ultimi tempi apre la strada a un giudizio universale caratterizzato da torrenti di fuoco, al termine del quale i morti risorgono e la vita sulla Terra è “trasfigurata”. Il fuoco è il simbolo centrale della religione zoroastriana (per questo a torto accusata, nella polemica musulmana, di “adorare” il fuoco), e ha un ruolo cruciale nella vita spirituale e liturgica. Questa, come si è accennato, ha recuperato anche l’haoma, che è oggi un succo estratto durante un’apposita cerimonia da una pianta di ephedra. Il sacrificio dell’haoma di fronte al fuoco (yasna) è la principale cerimonia zoroastriana. Vi sono anche riti di iniziazione, matrimonio, purificazione rituale, confessione dei peccati e numerose feste secondo un complesso calendario che è oggetto di discussioni e dispute nelle comunità zoroastriane e parsi (di cui oggi si trova l’eco anche su Internet). Le cerimonie funerarie hanno lo scopo di liberare l’anima dal corpo – in cui, dopo la morte, si annidano temibili demoni – e di prepararla al viaggio verso la sfera celeste, che comincia quattro giorni dopo il decesso. Le “torri del silenzio” (dakhma), su cui sono esposti i cadaveri affinché gli uccelli li divorino, costituiscono una delle caratteristiche più note del mondo parsi in India, particolarmente a Bombay. La religione zoroastriana non è una religione proselitistica, anzi gli zoroastriani si considerano un popolo legato dal sangue e da un lignaggio (tanto che i parsi in India sono talora considerati una casta dagli induisti). Lo zoroastrismo, una religione relativamente piccola quanto al numero di aderenti, ha affascinato filosofi, pensatori, artisti ed esoteristi occidentali, e in Occidente sono nati movimenti neo-zoroastriani come Mazdaznan (in genere, con scarsi contatti con lo zoroastrismo etnico). Nuovi sviluppi sembrano annunciati dalla formale iniziazione zoroastriana ricevuta nel 2003 da Michele Moramarco, noto soprattutto per i suoi studi storici sulla massoneria, che intende diffondere in Italia lo stile della Association for the Revival of Zoroastrianism di Bombay, che intende aprire i ranghi zoroastriani a tutti coloro che intendono praticare la religione, a prescindere da ogni appartenenza etnica.

Principi dello Zoroastrismo moderno

Alcuni fra i concetti maggiori zoroastriani:

1 - La filosofia zoroastriana è simbolizzata da uno dei principali motti della religione: "Buoni pensieri, buone parole, buone opere".
2 - Parità sessuale. Uomini e donne hanno uguali diritti all'interno della società.
3 - Attenzione per l'ambiente. La natura svolge un ruolo centrale nella pratica dello Zoroastrismo. Le più importanti feste annuali zoroastriane riguardano celebrazioni della natura: il nuovo anno nel primo giorno di primavera, la festa dell'acqua in estate, la festa d'autunno alla fine della stagione, la festa del fuoco in mezzo all'inverno.
4 - Lavoro e carità. Pigrizia e lentezza sono malviste. La carità è vista come opera buona.
5 - Condanna dell'oppressione tra esseri umani, della crudeltà verso gli animali e del sacrificio degli animali. Punti nodali della religione sono l'eguaglianza di tutti gli esseri senza distinzione di razza o credo religioso e rispetto totale verso ogni cosa.
6 - Liturgia. Nello Zoroastrismo l'energia del creatore è rappresentata dal fuoco. I devoti del culto solitamente pregano alla presenza di qualche forma di fuoco (o davanti a fonti di luce). Il fuoco comunque non è oggetto di venerazione, ma è utilizzato semplicemente come simbolo e punto centrale del culto zoroastriano. Anticamente la funzione principale del culto era lo 'Yasna', il sacrificio dell'haoma, pozione a base di erba, bevuta come liquido sacrificale mentre veniva compiuta una serie complessa di rituali. Tale pratica fu osteggiata da Zarathustra. I seguaci dello Zoroastrismo pregano cinque volte al giorno.

Altri concetti:

1 - Matrimonio interreligioso e proselitismo. Gli Zoroastriani non hanno attività missionaria e i Parsi conservatori non accettano le conversioni, mentre i Parsi "liberali" e molti Zoroastriani della diaspora europea e americana le ammettono. In India, i Parsi hanno l'abitudine di sposarsi tra consanguinei. In Iran, a causa della discriminazione tuttora esistente, il matrimonio tra devoti di religioni diverse non è ufficialmente incoraggiato dalle autorità.
2 - Morte e sepoltura. I rituali religiosi connessi con la morte sono concentrate sull'anima della persona e non sul corpo, considerato impuro. Alla morte, l'anima lascia il corpo dopo tre giorni. Nei tempi antichi il cadavere veniva esposto in luoghi aperti e sopraelevati, chiamati torri del Silenzio, dove l'avrebbero mangiato gli avvoltoi. Anche gli imperatori persiani quali Dario, Ciro, Serse e Artaserse, in quanto zoroastriani, sono stati spolpati dagli avvoltoi prima di essere sepolti nei rispettivi sepolcri a Persepoli e a Naqs-i-Rustam. La tradizione dell'esposizione dei cadaveri è attualmente seguita solamente dai Parsi. Gli Zoroastriani dell'Iran ricorrono alla cremazione elettrica o all'inumazione (in tal caso la bara è posta nel cemento per proteggere la purezza della terra).


Presenze zoroastriane in Italia

Fondazione Zoroastriana
Dr. Daryush Bakhtiari
Via Monserrato, 7
00186 Roma
Tel. e fax: 06-6861575
E-mail: [email protected]

Association for Revival of Zoroastrianism
c/o Michele Moramarco
Via Ariosto 22/3
42010 Borzano di Albinea (RE)
E-mail: [email protected]


 
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