p.velli |
|
| CITAZIONE (bobby151169 @ 28/10/2009, 19:59) In filosofia o in matematica il principio di identità ci consente di stabilire che una cosa o un concetto è quello che è e non altro. E la deduzione logica che ne deriva stabilisce anche il principio contrario:la differenza e/o la diversità. L’identità, dunque, consente di individuare una persona al di là delle mutevoli attitudini e sembianze con un costante e preciso riferimento oggettivo, reale e tangibile anche nei confronti degli altri. Si comprende allora che l’unica cosa che non possiamo perdere è la nostra identità sia dal punto di vista filosofico ed esistenziale, sia in termini giuridici e sociali come persone, come cittadini, come soggetti di diritti e doveri. Fatta questa premessa, è evidente che il furto di identità, cioè la sottrazione di dati personali dell’interessato, è un fenomeno preoccupante che comporta, per le vittime, tremendi costi psicologici (quelli economici, sono quasi impercettibili). E poiché la questione del furto d’identità potrebbe assumere dimensioni di grande rilevanza, proprio per il fatto che l’identità è il nostro patrimonio individuale più grande (la nascita, il nome, il cognome e la residenza si accompagnano alla professione esercitata, al lavoro e alla produzione, alla reputazione e al prestigio sociale) ritengo opportuno fare questa segnalazione al fine che vengano apportati tutti quei accorgimenti atti a salvaguardare lo stesso individuo nella sua sfera civile, sociale, economica, politica e, ancor meglio, che gli stessi concittadini riflettano sull’opportunità di una legge ad hoc. Condivido pienamente quanto sopra ampiamente argomentato e qualora Lei, 1°Ministro, me lo concedesse potrei essere il promotore della legge in materia.
|
| |