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Internet: minacciata la libertà di informazione!

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tony_le_bennerg
view post Posted on 25/2/2010, 07:45




Riporto questa notizia pubblicata da Anna Coluccino su Ciaoblog oltre il 2.0 perchè rappresenta, a mio modo di vedere, un gravissimo fatto: un Paese (l'Italia) vuole dettar legge anche sopra internet. Pazzesco e scandaloso!

Tre dirigenti di Google sono stati condannati ieri per non aver impedito che – nel 2006 – venisse pubblicato un video choc che mostrava il pestaggio fisico e verbale di un ragazzo con sindrome di down. Gli aggressori postarono il filmato, ripreso con il telefonino, tramite Google Video – un servizio di condivisione nato prima che Google acquistasse YouTube.

Il fatto è avvenuto in un istituto tecnico di Torino.

Ciò che viene contestato a Google è la mancata vigilanza a cui consegue il reato di violazione della privacy, il video – infatti – è rimasto online per due mesi, ed ha ricevuto 5.500 visualizzazioni.

A costituirsi parte civile contro il colosso americano sono stati il comune di Milano e l’associazione Vivi Down che – naturalmente – esultano, dichiarando che era ora che qualcuno si assumesse la responsabilità di quanto accaduto.

È la prima volta che l’azienda di Mountain View viene sottoposta ad un procedimento penale. I tre dirigenti Google – David Carl Drummond, ex presidente del cda di Google Italy ora senior vice presidente, George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italy ora in pensione, e Peter Fleischer, responsabile delle strategie per la privacy per l’Europa di Google Inc – sono stati condannati, in contumacia, a sei mesi di reclusione con la condizionale.

Durissima la reazione di Google che accusa l’Italia di minare le fondamenta della libertà di informazione e di aver emesso una sentenza contraddittoria; gli accusati, infatti, sono stati condannati per violazione della privacy, ma assolti dal reato di diffamazione.

L’azienda americana – che ha deciso di appellarsi alla sentenza – sostiene che sia impossibile controllare ed editare ogni singolo video rilasciato in Internet, e che – quindi – una sentenza che affibbia la responsabilità di questi contenuti ai proprietari del servizio online, impedisce il corretto sviluppo della rete in Italia, e causerà effetti nefasti ed imprevedibili sulla libertà di informazione.
 
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renata.faria
view post Posted on 25/2/2010, 08:04




«È un attacco ai principi fondamentali di libertà sui quali è stato costruito Internet», è il mio commento, lo stesso del portavoce di Google, Marco Pancini.
 
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view post Posted on 25/2/2010, 13:32
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Presidente e Responsabile Diplomatico

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Come già detto e ribadito da altri, mi trovo pienamente in linea con questa affermazione:
"Il punto cruciale è che un sito web non è necessariamente un giornale. Google o qualsiasi altro motore di ricerca non è un organo di informazione, ma una piattaforma, uno spazio aperto, una bacheca elettronica, su cui chiunque è libero di scrivere o pubblicare quello che vuole. E dunque, Internet non può essere sottoposta ad alcun limite o vincolo".
Se hanno osato condannare Google, aspettiamoci qualcosa di serio quando il fenomeno del Micronazionalismo comincià ad organizzarsi veramente!
 
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Milano86
view post Posted on 26/2/2010, 14:13




Beh sai, io preferisco avere un omino di Google condannato ma non avere un video di un bimbo down su internet, te lo dico sinceramente.
La libertà deve esserci ma non deve essere "assoluta", se pubblico su internet un video nel quale faccio vedere che picchio a sangue un animale devo essere condannato io e chi me l'ha permesso, chiaro.
 
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view post Posted on 26/2/2010, 15:15
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CITAZIONE (Milano86 @ 26/2/2010, 14:13)
Beh sai, io preferisco avere un omino di Google condannato ma non avere un video di un bimbo down su internet, te lo dico sinceramente.
La libertà deve esserci ma non deve essere "assoluta", se pubblico su internet un video nel quale faccio vedere che picchio a sangue un animale devo essere condannato io e chi me l'ha permesso, chiaro.

Quindi il tuo motto è picchiare, picchiare forte e poi darsi a gambe elevate! Guarda che, in questo caso, il ragazzo down picchiato aveva dato il consenso alla pubblicazione del video. Ma credo forse che tu, Milano86, abbia inteso male: io sono per la condanna di chi agisce in modo violento, figuriamoci poi nei confronti di un indifeso. I dirigenti di Google sono stati condannati proprio per aver reso di pubblico dominio un fatto che normalmente fa rabbrividire!
 
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tony_le_bennerg
view post Posted on 27/2/2010, 08:57




andrebbero cambiate le regole e applicate quelle del buon senso
 
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tetozzi
view post Posted on 28/2/2010, 21:11




Penso che ognuno debba usare maggiore materia grigia e pensare alle conseguenze che porta seco ogni azione.
 
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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 1/3/2010, 08:59




Sono daccordo con te, Antonia.
 
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bigman73
view post Posted on 1/3/2010, 09:18




Secondo me un sito web non può avere le stesse regole di un giornale anche se la circolazione delle notizie è più rapida. Su internet deve esserci più liberta, più indipendenza e meno politica. Quindi, maggiore democraticità. Sia di dire che di fare. E di pubblicare foto e immagini. Vorrei sapere per quale ragione questi dirigenti sono stati condannati. Forse perchè s'è mosso il Comune di Milano e l’associazione Vivi Down? Ma a difesa di chi? Non di certo della persona picchiata, casomai a difesa degli aggressori! Ma andate a f.....o!
 
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Lord Sensei Ste
view post Posted on 1/3/2010, 11:41




ma quante storie... ci si campa sulle condanne per violazioni delle privacy!
 
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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 15/3/2010, 15:48




Vi siete mai chiesti come sia nato il termine blog? Ormai di uso comune, blog non è un termine italiano ma di chiara origine anglosassone e, differenza di altri termini come ok e stop, non è ancora presente nei nostri dizionari, ma lo sarà presto. Wikipedia, infatti, si esprime già, definendo il termine una contrazione di web log, ovvero “traccia in rete”. Il fenomeno ha cominciato a prendere piede nel 1997 in America; poco dopo è divenuto una modo ovunque, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione dei blog. Oggi l’apertura di un blog è cosa veramente semplice e poco costosa. Chiunque può diventare un promotore di un blog, creare un forum di discussione e definirsi ispiratore della nascita di un movimento politico, sportivo, politematico o (come nel nostro caso) micro nazionalista. Lo stato democratico, è questo l’aspetto più interessante e rivoluzionario, consente di potersi esprimere liberamente e, proprio tramite i blog e gli altri mezzi multimediali, si realizza l’espressione massima di quella che è ormai definita la “nuova” democrazia. Ma è proprio necessario aprire un blog per potersi esprimere liberamente? Tempo fa c’erano le piazze dei paesi o dei quartieri che rappresentavano il luogo ideale per scambiare idee, opinioni e affermare il proprio pensiero. Questo succede ancora oggi, ma i più giovani preferiscono discutere in una piazza virtuale tramite i forum trasferendo, in sostanza, la piazza reale sul web. Ma perché avviene questo? Ritengo che la continua ricerca di metodi più rapidi sia una caratteristica insita nell’uomo, codificata nel DNA umano. Generalmente, cioè, si ha fretta di trovare la soluzione, di vedere l’effetto immediato piuttosto che tendere all’effetto duraturo, alla soluzione non apparente. E così la piazza virtuale risulta essere “immediatamente” lo scenario d’eccellenza, il più veloce, il più economico, il più populista, quello che più s’adatta all’improvvisazione e al tempo stesso il più neutrale (spesso non conosciamo i nostri interlocutori e, quindi, non partiamo da alcun preconcetto). Tutto ciò è vero ma è direttamente correlato all’uso: leggasi, tempo medio di collegamento web. E’ infatti l’uso eccessivo che danneggia, bisogna avere sempre il senso della misura. Anche perché il messaggio forte che viene trasmesso è senza dubbio quello di un segnale di una “nuova democrazia”, una democrazia vera, una democrazia emergente per un popolo unico (razza indigo, per riprendere un concetto talliniano) che vuole diventare una superpotenza e che ha intenzione di contrastare quella attuale ormai decisamente in declino!
 
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Dan Comma
view post Posted on 16/3/2010, 08:52




Condivido il tuo pensiero: bisogna avere il senso della misura. Diversamente, ciò che è liberta e democrazia per gli uni potrebbe diventare schiavitù e tirannia per gli altri. Internet, il luogo preferito (forse, l'unico ancora concesso) per le cosiddette "micronazioni" o "nazioni virtuali", potrebbe, nell'immediato futuro, subire delle regolamentazioni che potrebbero danneggiare l'intero fenomeno del micronazionalismo, mettendo a repentaglio l'ultima frontiera della democrazia. E ciò sarebbe un duro colpo per la razza indigo!
 
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Chen Qu
view post Posted on 15/4/2010, 08:36




In the crowded hive where ideas live, not a single one of them is self-sustaining. Each idea is crippled, in a manner of speaking. I think it’s necessary, in contemporary thinking, to start again from this shared condition of disability. “Freedom” is that of the individual to be a person. It means claiming the human right to be crippled and flawed; to life as an unity of individual and social identities; to the dignity of the flawed human condition, fully aware that a society of individuals can only be based on personal freedom.
 
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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 1/5/2010, 06:25




La Digital Economy Bill sta per diventare legge nel Regno Unito. E’ la fine di internet così come la conosciamo? La stretta dei governi attorno alla rete si fa sempre più stretta. “The great firewall” in Cina, la legge delle tre disconnessioni in Francia, ed ora la Digital Economy Bill inglese. Se qualcuno di voi pensa che in Italia sia in voga la censura, probabilmente dovrebbe fare un giro all’estero…

Veniamo ai fatti, cercando di sintetizzare al massimo quando prevedere questa legge (per chi volesse approfondire Arstechnica ha un post dettagliato sull’argomento). Il Digital Economy Bill formalmente protegge il copyright. Nella realtà si tratta di un mezzo per togliere di mezzo alcune libertà fondamentali. Prima di tutto i provider saranno obbligati a vigilare sugli utenti ed avvisare quelli che incorreranno nel download illegale. Una sorta di polizia investigativa privata, obbligata a piegarsi ai voleri delle major. Gli utenti che insisteranno nel download illegale vedranno chiusa la propria connessione, sul modello della legge francese. Il tutto, a quanto pare, senza alcun processo e possibilità di difesa da parte degli utenti. Chi garantirà la correttezza dei dati raccolti? Società private o l’autorità di polizia?

Le conseguenze del Digital Economy Bill vengono elencate da Econsultancy. Si punta il dito sul fatto che il Segretario di Stato potrà prendere misure più drastiche in caso di sicurezza nazionale. Un potere pressochè illimitato che potrebbe portare, e lo scrivo con sarcasmo, ad un “Vallo di Adriano”, ovvero un piccolo “Great Firewall”.

Ciliegina sulla torta il ciao ciao al piano che voleva diminuire la digital divide. Cancellato lo stanziamento di 170 milioni di sterline all’anno e la speranza di avere una banda decente anche nelle aree non coperte dal servizio. Sarà il mercato, ovvero le aziende di telecomunicazioni, a decidere se, dove e quando ampliare la rete.

Quali saranno le conseguenze del DEB? Probabilmente ciò che i Lord inglesi meno si aspettano. Secondo il Telegraph, in Svezia si è registrato un interessante fenomeno. Dopo la stretta governativa, il traffico in rete è sceso del 30%, salvo poi risalire lentamente. Tutto a posto? Non tanto, perchè ora la maggior parte del traffico è criptato. Con la conseguenza che se prima le indagini erano relativamente facili, ora il lavoro degli inquirenti è decisamente più arduo e dispendioso.

Vedremo se nei prossimi giorni la impopolarità di questa legge sarà più forte delle pressioni dell’industria cinematografica e discografica. Il Regno Unito andrà infatti ad elezioni il prossimo 6 Maggio: chi dei candidati avrà il coraggio di presentarsi come “padre” di una legge simile?
 
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tony_le_bennerg
view post Posted on 3/5/2010, 06:06




Mah..il coraggio non manca. E stiamo certi che anche altrove, a breve, seguirà una legge ad hoc!
 
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21 replies since 25/2/2010, 07:45   130 views
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