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Guerra & Economia, Obama....tanto per chiarire!

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bobby151169
view post Posted on 7/5/2011, 13:41




Gran parte dell’argento è utilizzato dall’industria delle armi. Il prezzo dell’argento aveva guadagnato quasi il 500% negli ultimi due anni. Nei primi quattro mesi del 2011 era aumentato del 45%.
Si stima che il valore dei futures (impegni di consegna a termine) sull’argento corrisponda ad almeno 30 volte l’argento fisico sottostante, cioè per ogni oncia d’argento disponibile ci sono impegni di consegna per almeno 30 once.
Venerdì 29 aprile 2011. Alla Chicago Merchantile Exchange (CME), diversi possessori di futures hanno chiesto la consegna dell’argento fisico. Se la consegna fosse stata fatta, i forzieri di chi ha emesso i futures sarebbero rimasti vuoti e tutti i detentori di futures con scadenza successiva completamente scoperti.
Che fare? Soluzione. Di colpo, la CME ha alzato («per combattere la volatilità sui mercati») la percentuale dei depositi richiesti agli investitori per acquistare i futures dell’argento dal 6% all’11% del valore del contratto e l’importo del deposito minimo da 14.513 dollari a 25.397 dollari, con un aumento del 75%. Mai successo.
Questa mossa ha provocato l’immediata riduzione della quotazione dell’argento ed ha convinto gli investitori a monetizzare i futures in scadenza invece di insistere sulla consegna dell’argento fisico. Dopo la chiusura della CME, gli scambi sono continuati over the counter.
Ma l’effetto della mossa della CME sarebbe stato temporaneo. Da lunedì 2 maggio 2011 la richiesta di consegna sarebbe continuata, con il rischio che si scoprisse la truffa dei futures sull’argento (e forse anche sull’oro, per il quale il rapporto fra futures e metallo è ancora più elevato).
Per indurre a monetizzare i futures sull’argento invece di chiedere la consegna del metallo, bisognava ridurre fortemente il prezzo dell’argento. Come? In attesa di trovare altre soluzioni tecniche, l’unico rimedio era la riduzione della domanda e quindi la riduzione della produzione di armi o, almeno, bisognava darne l’impressione.
Ed ecco la mossa di Abbottabad, un’operazione preparata da tempo.
Nel pomeriggio di venerdì 29 aprile 2011, si decide di fare il blitz.
Esaminiamo i tempi, considerando i fusi orari.
Circa un’ora prima di mezzanotte di domenica 1° maggio 2011, nella zona di Abbottabad vengono spente le luci per ordine di militari pakistani.
Gli elicotteri americani arrivano ad Abbottabad poco prima della mezzanotte di domenica 1° maggio 2011, quando a Washington sono le 14.
L’operazione dura meno di un’ora. Il Presidente Obama è immediatamente informato: «Geronimo EKIA (Enemy Killed In Action)».
All’1:30 di lunedì 2 maggio 2011, gli elicotteri americani hanno già lasciato il Pakistan e sono al sicuro. A Washington sono le 15:30. Il Presidente Obama da l’annuncio alle 23:35, otto ore dopo. Per otto ore, il Presidente ha taciuto la notizia. Perché?
Poi, verso le 22:00 di Washington (sono le 21:00 a Chicago), succede qualcosa.
Ed il Presidente decide di parlare.
Abbiamo scoperto il motivo. Sarebbe opportuno che il Presidente Obama lo spiegasse. Sarebbe il minor male.
 
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