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Il micronazionalismo: un problema o una via?

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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 1/8/2011, 08:13




L’uomo non sempre s’impegna a realizzare quanto sostiene di agognare. Il sogno ricorrente di una pace perpetua e di una prosperità diffusa ha, ad esempio, accompagnato il cammino dell’umanità, nella realtà si è volto, invece, a guerre infinite, combattute con armi e strategie mutate nel corso dei millenni, mentre l’approdo è, in ogni era e per qualsiasi civiltà, rimasto il medesimo a qualsivoglia latitudine.

Nella nostra società tecnologicamente avanzata va poi maggiormente crescendo il senso di precarietà e d’angoscia: ogni “altro” potrebbe seminare terrore e gli eventi dagli effetti devastanti divengono all’istante notizia globale ingenerando panico.

Il nuovo millennio vede come sintomo preoccupante anche la crisi dello Stato con il sorgere di una moltitudine di autorità, ciascuna delle quali con l’ambizione di farsi stato; e nelle microentità statali maggiormente si pone in atto la prevaricazione del più forte sul più debole con svariate e accentuate tipologie di violenza, già nell’ultimo decennio del Novecento sperimentate in varie parti del globo.

Declino economico, diffusa criminalità, corruzione e inefficienza provocano (e oramai è divenuto un dibattito pleonastico) una forte spinta verso il micronazionalismo.

Samuel P. Huntington
individua nelle pretese universalistiche dell’Occidente, provocanti irrefrenabili e nocive frammentazioni, la causa del conflitto con altre civiltà, in particolare con l’Islam e la Cina (Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale).

Viene delineato un quadro futuro preoccupante, anche se proprio dai sovvertimenti, con una forte dose di buona volontà, potrebbe sorgere un diverso assetto mondiale, volto a quel sogno di cui dicevo.

Pura utopia? È così secondo le previsioni dei cosiddetti catastrofisti, ma io voglio accantonare, invece, la scelta ipotetica e lascio spazio a quella imprevedibilità da tenere sempre in conto quando sono troppi i fattori in gioco.

Un'imprevedibilità che sarà, per noi, un'arma da esternare al momeno opportuno!
 
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bobby151169
view post Posted on 1/8/2011, 08:29




Prescindendo dalla "bestia" del razzismo che in determinate situazioni diventa difficile tenere a bada, le rivendicazioni autonomistiche mandano in frantumi gli stati, disegnano nuovi confini, che non sono soltanto fisici. Ed è proprio qui che dobbiamo giocare la nostra partita!
 
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Adriano Primo
view post Posted on 4/8/2011, 10:02




In questi ultimi tempi, circola con maggiore forza la convinzione che la prosperità possa attuarsi all’interno di entità più piccole che nulla debbono spartire con quelle al di fuori. E così si allargano, a macchia d'olio e ovunque, aspirazioni identitarie che maggiorano - addirittura nello stesso mondo micronazionalista - instabilità e frammentazione. La speranza è che non si ripeta l'errore storico, ovvero che venga nuovamente utilizzato come criterio di valutazione, anche tra le realtà micronazionaliste, quello economico. Perchè l'assolutizzazione di tale criterio di misura di tutte le cose potrebbe esemplificare (e non poco) la complessità antropologica e sociale, quindi la stessa esistenza individuale e collettiva. Ma il pericolo potrebbe essere quello di andare anche verso un forte, pericoloso indebolimento economico, risultato questo di politiche sbagliate da parte degli stati che intendono reggersi in maniera presuntuosa ed irresponsabile. Ma non dovrebbe nemmeno essere sottovalutato il rischio opposto e cioè che gruppi egemoni, sebbene di piccole entità, possano ugualmente accedere a tutto, alle armi nucleari e chimiche, biologiche e informatiche.
 
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Lord Sensei Ste
view post Posted on 17/5/2012, 08:18




Il micronazionalismo è un fenomeno nuovo rispetto al nazionalismo tradizionale. Esso non si accompagna all’integrazione di vasti spazi e popolazioni, ma (forse) pretende di disintegrare gli Stati esistenti, di creare piccole comunità etniche, virtualmente pure entro i loro confini territoriali. Ma rifiuto l'idea dell’illusione dell’indipendenza perchè sebbene il fenomeno del micronazionalismo si sia manifestato con veemenza in relazione alla crisi dell’impero sovietico, esso affonda le sue radici più in profondità nella crisi delle ideologie politiche tradizionali che non sanno più proporre un’idea di Stato accettabile dal cittadino moderno. Si tratta di una crisi che investe Occidente ed Oriente nella medesima misura, anche se con manifestazioni differenti. Lo Stato, come lo ha concepito il pensiero politico del passato, ha saputo unire i cittadini con istituzioni comuni. La libertà, l’eguaglianza e la giustizia non sono doni spontanei della natura, ma i frutti di istituzioni collettive. Oggi, nell’epoca dell’interdipendenza globale, è in crisi proprio l’idea di Stato come comunità politica in grado di garantire la solidarietà e l’indipendenza di differenti etnie, nazioni e regioni. E questa è la sfida, anche la nostra.
 
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bobby151169
view post Posted on 17/5/2012, 12:36




CITAZIONE (Lord Sensei Ste @ 17/5/2012, 09:18) 
Il micronazionalismo è un fenomeno nuovo rispetto al nazionalismo tradizionale. Esso non si accompagna all’integrazione di vasti spazi e popolazioni, ma (forse) pretende di disintegrare gli Stati esistenti, di creare piccole comunità etniche, virtualmente pure entro i loro confini territoriali. Ma rifiuto l'idea dell’illusione dell’indipendenza perchè sebbene il fenomeno del micronazionalismo si sia manifestato con veemenza in relazione alla crisi dell’impero sovietico, esso affonda le sue radici più in profondità nella crisi delle ideologie politiche tradizionali che non sanno più proporre un’idea di Stato accettabile dal cittadino moderno. Si tratta di una crisi che investe Occidente ed Oriente nella medesima misura, anche se con manifestazioni differenti. Lo Stato, come lo ha concepito il pensiero politico del passato, ha saputo unire i cittadini con istituzioni comuni. La libertà, l’eguaglianza e la giustizia non sono doni spontanei della natura, ma i frutti di istituzioni collettive. Oggi, nell’epoca dell’interdipendenza globale, è in crisi proprio l’idea di Stato come comunità politica in grado di garantire la solidarietà e l’indipendenza di differenti etnie, nazioni e regioni. E questa è la sfida, anche la nostra.

Condivido le tue idee, la crisi dello Stato come comunità politica garantista è il punto centrale. Per questo motivo ho accolto e sono uno dei maggior promotori della concezione di stato così come inteso nella filosofia promolandiana: la conarchia è, infatti, la migliore delle soluzioni per governi di tipo micronazionalistico. Bisognerebbe comprenderlo e agire di conseguenza.
 
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4 replies since 1/8/2011, 08:13   60 views
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