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La macchina del tempo

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bobby151169
view post Posted on 26/8/2011, 13:02




Tra le invenzioni mitiche che potrebbero rivoluzionare la vita degli uomini,la macchina del tempo è quella che da sempre ha affascinato geni,inventori e ovviamente scrittori di tutte le nazionalità e di tutte le epoche storiche.E negli anni settanta sembrò che tale possibilità potesse passare da un piano teorico a quello pratico. Per merito di un uomo, Pellegrino Alfredo Maria Ernetti. Non un uomo qualsiasi, ma un autentico erudito,e cosa più importante, un prete.Si, perché si trattava di un monaco benedettino, con fama di esorcista e studioso di musica, conosciuto pertanto a livello internazionale, titolare dell' unica cattedra al mondo di musica prepolifonica. La notizia esplose come una bomba quando la Domenica del corriere, nel numero 18 del 2 maggio 1972, riportò il testo di un'intervista fatta a Padre Ernetti sugli esperimenti eseguiti con altri fisici (tra i quali và citato Enrico Fermi) circa 30 anni prima, che avevano portato alla costruzione di un apparecchio denominato "cronovisore", capace di trasportare indietro lo spettatore nel tempo, come se stesse guardando la tv, in un qualsiasi punto scelto fra la miriade di avvenimenti passati. Padre Ernetti parlò della sua rivoluzionaria invenzione con l' inviato del settimanale, Vincenzo Maddaloni, spiegandogli nel dettaglio sia come era giunto alla costruzione dell'apparecchio, sia le cose alle quali aveva assistito nel corso della sperimentazione del apparecchio. Raccontò di aver ascoltato e visto un discorso di Mussolini, di aver visto Napoleone Bonaparte mentre pronunciava il discorso sull'abolizione della repubblica della Serenissima. L'apparecchio miracoloso era costituito da una serie di antenne, utili a sintonizzarsi sull' avvenimento prescelto, funzionante sullo stesso principio utilizzato dagli astronomi per osservare il collasso delle stelle e delle galassie, basato sull'ipotesi che tutto quello che accade si trasforma in onde visive, che, lungi dal distruggersi, si trasformano in una fonte di energia che rimangono in una sorta di cappa che avvolge il pianeta, eterne ed immutabili. Suono e luce,quindi, che una volta prodotti non sono più riconoscibili dall' uomo, ma che diventano energia. L'uomo lascia una scia, i suoi suoni fanno lo stesso, e tramite la macchina del tempo è possibile riassemblare il tutto. Ma vediamo un frammento della dichiarazione di Padre Ernetti :" "Tutta la nostra fisionomia è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio". Questa è una parte della spiegazione di Ernetti, che, almeno nella teoria,è accettabile. Un pò meno comprensibile è l'assoluto silenzio sui fisici che avrebbero partecipato al progetto cronovisore: oltre a Fermi, Padre Ernetti confermò solamente il nome di Werner Von Braun. Per rendere più credibile l'invenzione, Padre Ernetti raccontò di aver assistito alla rappresentazione del Thyeste, opera scritta da Ennio Quinto, attorno al 170 a.C., alla quale aggiunse le parti mancanti, che erano state ottenute grazie alla registrazione effettuata durante la sua rappresentazione grazie al cronovisore, avvenuta al cospetto degli antichi romani presso il tempio di Apollo, situato fra il Foro e il circo Flaminio. Alla domanda sul perché non avesse ancora rese pubbliche le risultanze dei suoi esperimenti, Padre Ernetti rispose testualmente " Renderemo noto tutto quando ci sarà una controprova ai nostri esperimenti.Gli americani stanno tentando anche loro di scoprire quello che noi abbiamo già scoperto. Soltanto allora, quando noi potremo confrontare i risultati delle nostre esperienze con le loro, potremo dare notizia ufficiale della scoperta.".Aggiunse che era una scoperta pericolosa "Perché toglie la libertà di parola, di azione e di pensiero infatti, anche il pensiero è una emissione di energia, quindi è captabile.Si potrà, cioè, per mezzo della macchina, sapere quello che il vicino o l'avversario pensa. Le conseguenze sarebbero due:
- o un eccidio dell'umanità
- oppure, cosa difficile, nascerebbe una nuova morale.
Ecco perché è necessario che questi apparecchi non diventino alla portata di tutti, ma restino sotto il controllo diretto delle autorità."In definitiva, mistero e silenzio sulla scoperta in attesa che i tempi fossero maturi.
Ma la parte più importante dell' intervista,quella più sconvolgente,riguardava la visione e la registrazione avvenuta, tramite il cronovisore, della passione e della morte di Gesù Cristo.
L' intervistatore propose a Padre Ernetti una foto di Cristo dicendogli: " Padre Ernetti,questa è una foto di Gesù ripresa dalla vostra macchina.Lei cosa può aggiungere,che commento può fare?"
Padre Ernetti " guardò la foto, sorrise compiaciuto e disse: Verrà il tempo in cui potrò parlare".
La foto del Gesù ( che è tra i documenti fotografici allegati al presente) sarà un punto determinante per il futuro della nostra storia. Vedremo in seguito perchè.
Nel frattempo si sviluppò una vera e propria caccia a Padre Ernetti. Che però rifiutò categoricamente di concedere altre interviste o di commentare gli sviluppi della sua invenzione.
Ma passano pochi giorni e c'è il primo colpo di scena. Un lettore del Giornale dei misteri manda allo stesso una copia del crocefisso ligneo di Cullot Valera, venerato nel santuario di Collevalenza (Todi). La somiglianza delle due immagini è impressionante, lo si può notare dalle due foto allegate all'articolo. Ma la cosa sarebbe poi stata smentita dallo stesso Padre Ernetti qualche anno più tardi, quando in risposta ad uno dei suoi principali contestatori, il Professor Borello disse che "Il nostro Cristo fu captato nel 1953, mentre quello di Collevalenza venne realizzato circa sei anni dopo; e quando madre Speranza lo vide nella nostra foto, fece salti di gioia, perché corrispondeva a quello della sua visione: questi sono fatti storici".
Altra contestazione riguardò la trascrizione del Thyestes. Una classicista dell'università di Princeton, riconosciuta universalmente come la massima autorità competente sul testo di Ennio Quinto, spiegò come le aggiunte al testo originale non potessero considerarsi autentiche, contenendo molte parole che nel linguaggio latino sarebbero subentrate oltre 200 anni dopo.
Le contestazioni violente,unite probabilmente a moniti ricevuti dal Vaticano, ebbero l'unico risultato di far chiudere Padre Ernetti in un totale mutismo. Con il passare degli anni la notizia della scoperta passò nel dimenticatoio, e attorno alla vicenda scese un silenzio quasi totale. Interrotto da Don Luigi Borello, suo primo antagonista all'epoca dei fatti, con un'intervista concessa nel 1999 al settimanale Chi. In questa intervista Don Borello ammette di aver cambiato idea su Padre Ernetti nel corso degli anni, grazie anche al contributo dato dallo stesso con una lunga lettera nella quale confermava l'esistenza sia dell'apparecchio sia delle visioni ricavate da esso : ""L'esistenza dell'apparecchio (la macchina del tempo) è una sacrosanta verità,"Che si abbia captato (con quella macchina) tante cose del passato è pure una verità;che tra queste cose captate ci sia anche l'immagine di Gesù e il Thieste di Ennio è una verità".
Alla domanda sul dove fosse finita la macchina del tempo, Borello riferisce che Padre Ernetti l'aveva portata al Viminale per una dimostrazione, e che là era stata smontata. Alla domanda sull'attendibilità di Padre Ernetti, Don Borello risponde:"Tenendo conto che era un uomo di grande prestigio e per di più un sacerdote, che scriveva poi a un altro sacerdote e suo collega nelle ricerche scientifiche, è chiaro che non posso mettere in dubbio le sue affermazioni".
Ovviamente scienziati e studiosi,di fronte al totale silenzio opposto da Padre Ernetti alla richiesta sia di spiegazioni sia di dimostrazioni pratiche del funzionamento della macchina del tempo,bollarono il tutto come parto di fantasia. La vicenda venne a poco a poco dimenticata,e se ne parlò solo ed esclusivamente in alcuni convegni specializzati sulla parapsicologia, convegni ai quali Pellegrino Ernetti rifiutò sdegnosamente di partecipare. Ma la storia ha un seguito nei giorni nostri.
Padre Francois Brune, teologo francese, pubblica il testo Le nouveau mystère du Vatican (tradotto, "Cronovisore. Il nuovo mistero del Vaticano. La macchian del tempo"), nel quale riprende la storia di Padre Ernetti e della sua macchina del tempo arrichendola di nuovi e inquietanti particolari, aprendo nuovi scenari futuri. Nel libro Padre Burne racconta di come sia rimasto nel corso degli anni in contatto con Ernetti,( che morirà nell'aprile del 1994), raccogliendone le confessioni e in un certo senso la sua eredità spirituale. La macchina sarebbe realmente esistita, "Non solo era già funzionante, ma era già stato "sequestrato" dal Vaticano. Padre Emetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane. C'era stata una riunione segreta con il Papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A Padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato e così mi confidò tutto". Chi parla è Padre Brune, nella sua intervista citata al settimanale Chi. Sempre nel suo libro, rivela i retroscena della costruzione della macchina del tempo, avvenuta grazie anche all' appoggio di Padre Gemelli dell' università Cattolica. Il funzionamento della macchina venne verificato e sperimentato, nei modi raccontati all'inizio. Alla domanda "Esistono documentazioni di qualche tipo degli esperimenti?", Padre Brune risponde così: "Padre Emetti mi ha detto che tutto quello che videro venne anche filmato. Nel filmato si è perduta la tridimensionalità, ma resta pur sempre un documento straordinario. Questi filmati furono poi mostrati a Papa Pio XII, ed erano presenti anche il presidente della Repubblica Italiana del tempo, il ministro dell'istruzione e vari membri dell'Accademia pontificia. Quindi molte persone hanno visto e constatato".
A quel punto sarebbe scattata una congiura del silenzio.Il Papa, membri del Vaticano e della politica, scienziati, avrebbero messo tutto a tacere, preoccupati dalle ripercussioni storiche e le ricadute sulla vita privata che l'invenzione avrebbe ottenuto. L'intervista si chiude con la domanda di rito: "Ma lei non ha nessun dubbio sull'invenzione e sul racconto di Padre Ernetti?" Lapidaria la risposta :" Nessun dubbio. Per avere dei dubbi in questo senso dovrei "calpestare" la serietà morale di un sacerdote straordinario, di uno scienziato eccezionale e di un grande amico. E io non ho nessunissimo appiglio per poter fare questo". Una storia in cui si mescolano la scienza ai limiti dell'impossibile, oscure trame per nascondere un'invenzione che,se realizzata, farebbe riscrivere per intero tutta la storia dell'umanitàe una buona dose di fantasia. Quella che avrebbe portato un dotto musicofilo a diventare protagonista di una straordinaria storia. Quella narrata.
 
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