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L'insurrezione è la risposta alla concentrazione della ricchezza

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bobby151169
view post Posted on 17/12/2011, 13:50




La vita ha origine dalla natura. Con essa interagisce ed evolve. In essa si espande e si moltiplica. È la forma che conosciamo più evoluta della natura. L’essere umano è la forma di vita più evoluta che conosciamo. Ha il cervello più complesso, la mente più potente e la coscienza più sviluppata fra tutti gli esseri viventi. Come tutte le forme di vita, l’essere umano si adatta alle condizioni della natura nella quale è immerso e sulle quali interagisce in base alle proprie caratteristiche individuali.

Ma nonostante le sue capacità, l’umanità è precipitata nel caos e rischia la catastrofe.

Proprio nel momento in cui le forze produttive hanno raggiunto un livello di sviluppo sufficiente a soddisfare i bisogni vitali di ogni persona con il lavoro, la società umana è entrata in una crisi politica, economica ed etica dalla quale non riesce ad uscire.

Ci siamo illusi di poter dominare la natura e non riusciamo a dominare nemmeno noi stessi. Siamo persi, confusi, delusi ed abbiamo paura.

Percepiamo, anche se non accettiamo ancora di riconoscerlo, che non è in crisi solo un modello di sviluppo materiale ma anche e soprattutto un sistema di valori che nasce dalla convinzione che per vivere nel miglior modo possibile ognuno debba affermarsi sugli altri.

In un sistema complesso come quello umano, nel quale siamo tutti parti di uno stesso insieme che ci condiziona e che a sua volta è condizionato dalla natura, l’errore è l’idea stessa di poter vivere bene a scapito di altri che vivono male o non riescono a vivere. Non è così. È un’illusione. E la realtà lo dimostra.

Secondo Karl Marx, il capitalismo avrebbe esaurito la sua funzione rivoluzionaria quando le forze produttive avessero raggiunto il massimo sviluppo compatibile con i rapporti di produzione capitalistici e perciò sarebbe esplosa la contraddizione fra socializzazione del lavoro e proprietà privata dei mezzi di produzione. La sua teoria prevedeva che in quel momento vi sarebbe stata piena occupazione. Quella teoria non aveva preso in considerazione due elementi: i limiti della natura rispetto al modo di produzione capitalistico e gli effetti del denaro creato dal nulla.

Il modo di produzione capitalistico è finalizzato al profitto: si produce per arricchirsi e si consuma per produrre. Produrre per il profitto significa non tenere conto del tipo di risorse e di energie naturali che si utilizzano e della capacità di riconversione della biosfera. Producendo per il profitto, come non si considera la vita umana (degli altri), tanto meno si considerano l’esaurimento delle risorse naturali e l’inquinamento. Così, fra qualche decennio, avremo consumato tutte le risorse energetiche impiegate fino ad ora e già oggi superiamo di un terzo la sostenibilità del pianeta.

Il mondo è dominato da pochissime persone che dispongono della maggior parte della ricchezza reale del pianeta e controllano la finanza. Questo mondo sta crollando, a causa non solo dell’enorme concentrazione della ricchezza ma anche per le perdite che emergono nello stesso settore finanziario.

La concentrazione della ricchezza deriva da rapporti economici che hanno come unico scopo l’accumulazione attraverso il profitto che si ottiene con lo sfruttamento del lavoro e l’impiego della maggior parte dei profitti nella finanza improduttiva. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: spropositata disuguaglianza di condizioni materiali, povertà della larghissima maggioranza, sottoconsumo, sopraproduzione, aumento della disoccupazione e sempre maggiore impoverimento. Questo circolo vizioso è iniziato con l’economia mercantile (dando denaro per acquistare merce da vendere per avere più denaro), si è rapidamente aggravato con il capitalismo e si conclude con la finanziarizzazione. E quando il livello di concentrazione della ricchezza si avvicina troppo al limite massimo (e poche persone detengono quasi tutta la ricchezza), la sopravvivenza della larga maggioranza richiede necessariamente una ridistribuzione della ricchezza accumulata. Se questo non avviene, si ha insurrezione.
 
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