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Origini e sviluppo dello Stato nella storia delle società, A - Società primitive e origini dello Stato

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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 12/2/2012, 08:01




Alcuni sociologi e altri rappresentanti della scienza politica accademica sono in errore quando parlano di Stato nelle società primitive. Quello che essi fanno in realtà è identificare lo Stato con la comunità. In tal modo svuotano lo Stato della sua speciale caratteristica che consiste nel rimuovere l’esercizio di alcune funzioni dalla comunità per farle diventare prerogativa esclusiva di una minuscola frazione di membri appartenenti alla comunità stessa.
In altre parole, la nascita dello stato è un prodotto della divisione sociale del lavoro.
Fino a quando tale divisione sociale del lavoro è solo rudimentale, tutti i membri della società a turno esercitano praticamente tutti i suoi compiti. Non c’è lo Stato. Non ci sono speciali funzioni di Stato.
Riguardo ai Boscimani, padre Victor Ellenberg scrive che questa tribù non conosceva né la proprietà privata né tribunali, né autorità centrale né corpi speciali di qualche tipo.[1] Un altro autore scrive di questa stessa tribù: “La banda e non la tribù è il vero corpo politico tra i Boscimani. Ogni banda è autonoma, conduce la propria vita indipendentemente dalle altre. Le sue relazioni sono regolate da norme stabilite da cacciatori qualificati e dai più anziani, in genere uomini con maggiore esperienza.”[2]
Lo stesso vale per i popoli dell’Egitto e della Mesopotamia nella remota antichità: “non è più tempo per la famiglia patriarcale con autorità paterna, subentrano ora gruppi politici molto centralizzati… I doveri sono collettivi nel regime di clan totemico. Il potere e la responsabilità in questa società hanno ancora un carattere indivisibile. Siamo qui in presenza di una società comunitaria ed egualitaria, all’interno della quale la condivisione dello stesso totem, la vera essenza di ogni individuo e la base per la coesione di tutti, mette sullo stesso piano tutti i membri del clan”.[3]
Ma dall’estensione che la divisione sociale del lavoro sviluppa e da1la società divisa in classi, appare lo stato – e la sua natura è definita: i membri della collettività sono esclusi dall’esercizio di un certo numero di funzioni: una piccola minoranza, da sola, assume l’esercizio di tali compiti.
Due esempi illustreranno questo processo che consiste nel portar via a una maggioranza di membri della società certe funzioni che essi formalmente esercitavano (all’inizio collettivamente) allo scopo di attribuirle a un piccolo gruppo di individui.
Primo esempio: le armi. Questa è una funzione importante. Engels diceva che lo Stato è in ultima analisi, un corpo di uomini armati. Nella collettività primitiva, tutti i membri maschi del gruppo (e talvolta anche tutti gli adulti, maschi e femmine) erano armati.
In una tale società il concetto che portare armi sia l’unica prerogativa di alcune speciali istituzioni chiamate esercito o polizia non esiste. Ogni adulto maschio ha il diritto di portare le armi. (in certe società primitive, la cerimonia di iniziazione, che segna l’entrata nell’età adulta, conferisce il diritto di portare armi.)
E’ esattamente lo stesso nelle società che sono ancora primitive ma già ormai chiuse alla fase della divisione in classi. Per esempio, lo stesso vale per le popolazioni Germaniche, all’incirca nel periodo in cui attaccarono l’Impero Romano: tutti gli uomini liberi avevano il diritto di portare armi e potevano usarle per difendere se stessi e i loro diritti. L’uguaglianza dei diritti tra uomini liberi che noi osserviamo nelle società Germaniche primitive è in effetti uguaglianza tra soldati – che l’aneddoto del vaso di Soissons[4] illustra così bene.
Nell’antica Grecia e Roma, le battaglie tra patrizi e plebei spesso ricorrevano su questa questione del diritto di portare armi.
Secondo esempio: la giustizia. In genere la scrittura è sconosciuta alle società primitive. Perciò non ci sono codici di legge scritti. Inoltre l’esercizio della giustizia non è la prerogativa di particolari individui; tale diritto appartiene alla collettività. Oltre alle questioni risolte dalle famiglie o dagli stessi individui, solo assemblee collettive sono autorizzate a pronunciare sentenze. Nelle società Germaniche primitive, la funzione del presidente del tribunale del popolo non consisteva nell’approvare la sentenza ma nell’osservare che certe regole, certe convenzioni, fossero rispettate.
L’idea che potessero esserci certi uomini staccati dalla collettività a cui fosse riservato il diritto di dispensare giustizia, sarebbe sembrato assurdo ai cittadini di una società basata sul collettivismo del clan o della tribù, così come l’opposto apparirebbe inverosimile alla maggior parte dei nostri contemporanei.
Per riassumere: A un certo punto dello sviluppo della società, prima della sua divisione in classi sociali, certe funzioni come il diritto di portare armi o di amministrare la giustizia sono esercitate collettivamente – da tutti i membri adulti della comunità. E’ solo quando questa società si sviluppa più in là, dal momento in cui appaiono le classi sociali, che queste funzioni vengono sottratte alla collettività per essere riservate a una minoranza che esercita tali funzioni in un modo speciale.
Quali sono le caratteristiche di questo “modo speciale”?
Esaminiamo la nostra società occidentale nel periodo in cui il sistema feudale comincia ad essere dominante. L’indipendenza (non formale, non giuridica, ma molto concreta e pressoché totale) delle grandi proprietà feudali può essere dimostrata dal fatto che il signore feudale, e solo lui, esercita attraverso il suo dominio tutte le funzioni prima enumerate, funzioni che si sono sviluppate dalla collettività adulta nelle società primitive.
Questo signore feudale è l’assoluto padrone del suo regno. Egli è l’unico che ha il diritto di portare armi sempre; è l’unico poliziotto, l’unica guardia; egli è l’unico giudice; è il solo che abbia il diritto di coniare il denaro; è l’unico ministro delle finanze. Egli esercita attraverso il suo dominio le funzioni classiche svolte da uno Stato come lo conosciamo noi oggi.
Più tardi un’evoluzione avrà luogo. Finché la proprietà rimane abbastanza piccola, la sua popolazione limitata, le funzioni “di Stato” del signore, elementari e non molto complicate, e finché l’esercizio di tali funzioni prende solo un po’ del tempo del signore, egli può tenere in mano la situazione ed esercitare tutte queste funzioni in persona.
Ma quando il dominio cresce e la popolazione aumenta, le funzioni di cui il signore feudale è responsabile diventano sempre più complesse e sempre più dettagliate e gravose. Diventa impossibile per un uomo solo esercitare tutti questi compiti.
Che cosa fa allora il signore feudale?
Egli delega parzialmente i suoi poteri ad altri, ma non agli uomini liberi, dal momento che questi appartengono a una classe sociale in opposizione alla classe signorile.
Il signore feudale delega parte del suo potere a gente completamente sotto il suo controllo: servi che fanno parte del suo personale domestico. La loro origine servile si riflette in molti titoli odierni: “constable” deriva da Comes stabuli, il capo servo delle stalle, “minister” è il serf ministrable, cioè il servo assegnato dal padrone all’amministrazione dei suoi bisogni – per agire in qualità di suo attendente, servitore, assistente agente, ecc.; “marshall” è il servo che si prende cura delle carrozze, dei cavalli, ecc. (da marah scalc in alto tedesco per indicare il custode dei cavalli).
Questa gente, questi uomini non liberi, questi domestici, sono completamente sotto il controllo del signore, il quale decide di delegare parzialmente loro i suoi poteri.
Questo esempio ci porta a una conclusione – che è il vero fondamento della teoria marxista dello stato:
Lo Stato è un organo speciale che appare in un certo momento nell’evoluzione storica dell’umanità e che è destinato a scomparire nel corso di questa stessa evoluzione. Esso è nato dalla divisione in classi della società e scomparirà nel momento in cui tale divisione svanirà. E’ nato come uno strumento nelle mani della classe dominante allo scopo di mantenere il suo dominio sulla società e scomparirà insieme con il dominio di questa classe.
Tornando alla società feudale, possiamo notare che le funzioni di Stato esercitate dalla classe dominante non concernono solo le aree più immediate del potere, come l’esercito, la giustizia, le finanze. Sono sotto il dominio del feudatario l’ideologia, la legge, la filosofia, la scienza, l’arte. Coloro che esercitano queste funzioni sono povera gente che, per vivere, devono vendere i loro talenti al signore feudale che può occuparsi delle loro necessità. (I capi della chiesa devono essere inclusi nella classe dei signori feudali, poiché la Chiesa è in possesso di vaste proprietà fondiarie.) Sotto tali condizioni, almeno finché la dipendenza è totale, lo sviluppo dell’ideologia è controllato interamente dalla classe dominante: essa sola sovrintende alla “produzione ideologica”; essa sola è in grado di sovvenzionare gli “ideologi”.
Queste sono le relazioni di base che dobbiamo costantemente tenere a mente, se non vogliamo perderci in un groviglio di complicazioni e di sottili distinzioni. Inutile dire, che nel corso dell’evoluzione della società, la funzione dello Stato diventa molto più complessa, con molte più sfumature, di quanto fosse in un regime feudale del tipo che abbiamo appena descritto molto schematicamente.
Ciononostante, dobbiamo partire da questa situazione chiara e ovvia per capire la logica dell’evoluzione, l’origine che da cui scaturisce la divisione sociale del lavoro, e il processo attraverso il quale queste differenti funzioni diventano sempre più autonome e iniziano a sembrare sempre più indipendenti dalla classe dominante.

Note

[1] Victor Ellenberg, La fin tragique des Bushmen, Amiot-Dumount, Paris, 1953, pp.70-73.
[2] I. Shapera, The Khoisan People of South Africa, George Routledge and Sons Ltd., London, 1930, p. 76.
[3] A. Moret G. Davy, Des Clans aux Empires, La Reinassance du Livre, Paris, 1923, p. 17.
[4] Leggendario resoconto di un incidente durante il regno di Clodoveo re dei Franchi, nel quinto secolo d.C. (Clodoveo fu il primo re Franco ad abbracciare il cristianesimo, e fu durante il suo regno che la maggior parte di ciò che sono ora il Belgio e la Francia fu unito in un regno). Dopo una vittoriosa battaglia a Soissons (486 d.C.), quando il bottino stava per essere diviso equamente tra tutti i soldati, Clodoveo decise di tenere per sé un certo vaso. Al che un soldato uscì fuori dalle righe e frantumò il vaso con la sua spada, per dimostrare come nessun combattente ha diritto a speciali privilegi nella spartizione del bottino.
 
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