Molti di noi basano i loro giudizi sulla loro esperienza di vita e reputano quindi giusto onorare i propri debiti per non minare la fiducia che necessariamente si instaura nei rapporti fra le persone. La bravura del sistema è proprio giocare su questo spostando però la questione sul macro e senza porre i giusti correttivi.
Mi spiego meglio: tutti hanno bisogno di un mezzo di scambio se non si vuole barattare giusto? Quindi il mezzo di scambio è, o meglio dovrebbe essere, solo la rappresentazione di quanto io produco, arigiusto?
Allora facciamo che sia 10.000 la produzione globale di un paese e 1000 la quantità del mezzo di scambio necessario a scambiare le merci e i servizi, ipotizzando che questo mezzo di scambio passa di mano 10 volte (velocità di circolazione). Il rapporto indebitamento/PIL sarà quindi del 10%.
Ipotizziamo che questo mezzo di scambio lo può produce un privato che “giustamente” lo presta contro un interesse del 5%. Alla fine del primo anno, tutti contenti delle agevolazioni e dell’aumento della qualità della vita facilitata dagli scambi l’intero paese dovrà pagare 1050, ma per non togliere liquidità al sistema si decide di indebitarsi ulteriormente di quei 50 e quindi il 5% il secondo anno sarà calcolato su 1050 e così via. Dopo 33 anni si avrà un debito/PIL del 50% Il 50° anno avremo il 114% e qui si ha l’insostenibilità del debito. Se però ci sono voluti 50 anni per arrivare al 114% dopo altri 10 anni sarò al 200% e dopo appena 8 anni al 300%!
E non abbiamo considerato interventi su elementi esterni ma determinanti, come ad esempio una politica che si indebita per creare consensi e non per fare investimenti o carestie, crisi immobiliari, di sovrapproduzione ecc...che avrebbero accelerato le dinamiche sopra descritte.
In 50 anni si intersecano almeno due, tre generazioni che non si rendono conto del macro andamento del debito perché ognuno si basa solo sulle sue esperienze di vita. Inutile dire che al 50° anno il presunto creditore batte cassa e chiede il rientro del debito…...allora cosa accade? Quello che è già accaduto nel 1992 e accade adesso, ovvero si chiedono sacrifici a tutti perché i debiti si devono onorare e in questo frangente, più si onorano i debiti, più il debito ci soffoca (riflettete sul perché a Roma gli usurai li chiamano “cravattari”).
Aumentiamo ora il livello di complessità mettendoci anche i debiti delle famiglie e delle imprese che si sommano a quello dello stato e portano ad esempio i “solidi” Stati Uniti ad avere un rapporto debito complessivo/PIL a più o meno 5 volte (500% del PIL!).
Aumentiamo ancora il livello di complessità? Allora mettiamo che mentre il paese, le famiglie , le imprese chiedono “liquidità” per assolvere alle funzioni primarie (produrre e consumare), il privato diminuisca la quantità di massa monetaria, M1, rastrellandola e non reimmettendola in circolo attraverso il sistema bancario da lui dipendente e quindi portando a fallimenti le imprese e ad insostenibilità economica le famiglie.
Adesso rispondetemi: chi ha sottoscritto il debito? Quale plusvalore ha dato al paese il creditore se non quello di avere una tipografia? Quanta responsabilità hanno le aziende che falliscono e le famiglie che non conoscendo questo meccanismo ne sono state vittime? Ovviamente senza niente togliere alla propria responsabilità personale negli accadimenti, pensate sempre che tutto dipenda da voi e dalla vostra capacità di restituire i debiti?
Guardate che a parte la semplicità dell’esposizione, non capendo questo meccanismo saremo sempre vittime di un sistema che gioca nascondendo le regole e sfruttando questa situazione per fini di sopraffazione.
Pensate sia possibile creare un clima di solidarietà reciproca giocando con queste regole?
Proviamo a riflettere anche su un’altra cosa: perché le antiche religioni azzeravano periodicamente i debiti? Il Padre Nostro parla di remissione reciproca dei debiti ed è praticamente quanto avviene col Giubileo ogni 50 anni! Questo periodo vi dice qualcosa? Non avviene la stessa cosa con l’Anno Sabbatico degli ebrei? Anche i musulmani non bandiscono addirittura gli interessi?
Rileggere “
Riprendersi l’anima” trovo sia educativo e salutare, così come la riflessione su quanto e quello che ci ricorda (quello che stiamo vivendo ha radici molto antiche) ma oggi, se lo volessimo veramente, possiamo modificare il corso degli eventi.