Il Bank Run è il fenomeno che avviene quando un grande numero di clienti di una banca prelevano contemporaneamente tutti i loro depositi per paura che la banca diventi insolvente. Poiché la banca presta quasi tutti i depositi, se molti depositanti chiedono di prelevare la banca non può pagare e fallisce. Se il fenomeno si estende a molte banche o all’intero sistema bancario, si ha un Bank Panic. Questo fenomeno di massa è già avvenuto alcune volte negli ultimi 400 anni ed ha provocato forti recessioni economiche. L’ultima volta è accaduto negli Stati Uniti dal 1929 al 1939.
Con una lettera diffusa dalla stampa del 22 settembre 2008, l’illustre Dominique Strauss-Kahn, ex ministro francese dell’economia, finanza ed industria (1997), ex candidato alle primarie per la presidenza della Repubblica Francese (2006) ed attualmente direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (dal 2007) proposto dal presidente francese Nicolas Sarkozy, denuncia la «vera e propria catastrofe» dei mercati finanziari e ciò che «non è ancora successo», cioè «l’inizio di una grave recessione dell’economia mondiale».
Afferma che «solo una soluzione di natura sistemica … consentirà all'economia statunitense e globale di riacquistare una parvenza di normalità», precisando che «Nel breve termine, questo approccio non può prescindere da tre elementi fondamentali: l'iniezione di nuova liquidità, l'acquisizione degli attivi non liquidi e l'apporto di capitali destinati agli istituti finanziari» spiegando che in questo modo si previene la corsa alle banche, si estirpano gli attivi non liquidi e si ricapitalizzano le banche con l’aiuto pubblico.
Gli fa eco Nicolas Sarkozy il quale, intervenendo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, propone di tenere a novembre un summit d’emergenza del G8 esteso ad alcuni paesi emergenti, per discutere le «nuove regole» dei mercati finanziari ed in particolare «le agenzie di rating, la valutazione dei bilanci e la solvibilità delle banche, gli hedge fund, il coordinamento delle informazioni e il ripristino della fiducia nel sistema finanziario».
Strauss-Kahn è persona coraggiosa. Pochi mesi fa, è stato il primo (e l’unico) a prevedere che lo scoppio della bolla dei sub-prime sarebbe costata oltre 1.000 miliardi di dollari. Quell’annuncio fu criticato e ritenuto eccessivo. Aveva ragione chi lo ha criticato ma per il motivo opposto. Sommando i 700 miliardi che stanno per stanziare gli Stati Uniti agli interventi già fatti da Federal Reserve, Banca Centrale Europea ed altre banche centrali europee ed asiatiche nell’ultimo anno, il costo risulta superiore a quanto indicato dal direttore del FMI. Il quale, oggi, ha già aumentato la sua stima a 1.300 miliardi. Se poi si considera il rischio probabile sugli oltre 5.000 miliardi di dollari di mutui finanziati direttamente od indirettamente da Freddie Mac e Fannie Mae, il costo sarà di gran lunga più elevato di quello (ufficialmente) previsto.
Ma il problema fondamentale e più grave, che Strass-Kahn omette di denunciare, è che la bolla dei sub-prime non è altro che la punta di un gigantesco iceberg che sta per sciogliersi.
Ma torniamo alla ricetta «sistemica» di Strauss-Kahn: iniezione di nuova liquidità, acquisizione delle attività non liquide delle banche da parte degli stati ed apporto di nuovi capitali alle banche. Questo sarebbe il trittico di una ricetta sistemica? Da dove verrebbe la nuova liquidità da iniettare nel sistema finanziario più quella che gli stati dovrebbero usare per acquistare le attività non liquide più quella per ricapitalizzare le banche? Non dal risparmio, perché se fosse possibile non esisterebbe nemmeno il rischio di una corsa alle banche.
Quindi, tutta questa liquidità non può che venire da nuove emissioni di moneta a corso legale. Sempre allo scoperto. Sempre senza alcun valore. E poiché non c’è nemmeno il tempo per stampare le banconote, le nuove emissioni avvengono semplicemente sui computer. Per emettere nuova moneta, le banche centrali registrano a credito l’acquisto di titoli non liquidi quasi privi di valore delle banche e l’acquisto di titoli di stato ed a debito il controvalore in moneta legale che accreditano alle banche ed agli stati.
Entro tre mesi da quando si faranno queste operazioni, tutte le monete in circolazione subiranno una perdita di valore, di potere d’acquisto, almeno proporzionale alla nuova liquidità immessa nel sistema. Anzi, poiché la copertura di questa enorme massa di debito (qual è la moneta senza valore reale) non potrà essere fatta con il risparmio, esploderà.
La "ricetta", invece e a nostro modesto avviso, dovrebbe essere quella di Scollegare la moneta a corso legale dall'economia reale.
E le nuove regole di cui parla Nicolas Sarkozy? Il vocabolo «parvenza» si attaglia perfettamente anche alle sue dichiarazioni, come se fra lui e Strass-Kahn ci fosse una sorta di staffetta. «Parvenza» è come cambiare l’abito ad una persona che non si lava mai e si vuole lasciare sporca. Sembrerà più pulita ma in realtà resta sempre sporca. Sarkozy non parla di sostituire le agenzie di rating ma di stabilire un nuovo modo di operare delle attuali agenzie; non parla di redigere i bilanci in modo più trasparente ma di valutarli in un altro modo; non parla di modificare le riserve frazionarie delle banche ma di valutare meglio la loro solvibilità, vera o apparente che sia; non parla di abolire gli hedge fund ma di adottare nuove regole e, di fatto, di legittimarli; non parla di trasparenza ed obiettività delle informazioni ma del loro coordinamento per evitare che cellule impazzite dicano alla gente la verità.
Edited by Angell Cherubini - 14/10/2008, 11:03