Si potrebbe prendere spunto da un progetto urbanistico di
città ideale come quella che l’architetto Guglielmo Mozzoni ha sottoposto nell’ottobre 2008 al sindaco Letizia Moratti; un progetto completo di relazioni disegni e calcoli statici, come proposta per l’Expo 2015, esempio di “una visione urbanistica in grado non soltanto di proporre un modo di costruire ma di abitare”: una città di 25 mila abitanti.
Di fronte alle vaghezze che ancora oggi circondano il futuro dell’Expo milanese, essa appare sicuramente una proposta concreta.
L’idea di questa struttura nasce nel ‘65, con il "mattamondo", un luogo per imparare divertendosi ed essere sempre in grado di esporre il proprio parere propositivo in democrazia diretta, una istituzione prevista anche nella Città Ideale.
Da lì negli anni si perfeziona il concetto spaziale, che cresce in dimensione, ma soprattutto nasce il concetto di tempocrazia dove grazie all’informatica non si vota il politico ma la norma, per voto diretto.
Da allora sono passati oltre 40 anni e l’affinamento del progetto è proceduto attraverso innumerevoli disegni e modelli, oltre che verifiche strutturali curate dall’ing. Borré.
La sfera è anche una risposta al problema sismico. Inoltre i collegamenti tra le parti che compongono la Città sono al massimo lo sviluppo del diametro, ovvero 240 metri. Dimensioni legate alla capacità di ospitare 25.000 abitanti, corrispondenti alla ottimizzazione gestionale di una struttura ospedaliera.
Semplice quanto razionale.
20 metri tra solaio e solaio permettono di costruire fino a 5 piani di alloggi, che potranno avere le forme volute dai suoi abitanti, ed essere circondate da orti e aree verdi piantumate.
Nel caso di costruzioni condominiali, come per altro in tutto il complesso sferico, le scale sono sostituite da rampe pedonali.
Il problema urbanistico è il problema principale, gli architetti non lo vogliono capire. Questo è quanto ha affermato l'Ing. Mozzoni all'alba dei suoi 94 anni.
E a dirla tutta, mi sembra piuttosto eloquente il sistema proposto con questo progetto: una volumetria straordinaria a fronte di un’erosione di suolo minima, in cui, come ha detto l’architetto si preservano le campagne che intorno potranno essere coltivate in modo esemplificativo.
Aggiungo ancora che, mentre in un grattacielo di pari altezza della Città Ideale potenzialmente abitano 4.000 persone, essa può ospitare 25.000 abitanti, che possono arrivare a casa loro tutti e 25.000 con una sola strada.
Continua l’architetto (e in questo senso è "risolutivo"), il fatto che, rappresentando ogni piano un territorio che contiene un paesino di 2.000 persone dove si può trascorrere un’intera giornata di lavoro professionale, pubblica amministrazione, farmacia, alimenti, chiesa, ecc., non occorre più servirsi dell’automobile per approvvigionamenti che, lontani dall’abitazione, rappresentano il maggior fattore di inquinamento.
L’automobile, che ormai fa parte di noi stessi, deve essere usata difatti il meno possibile, certamente non per lontani approvvigionamenti giornalieri, deve essere a nostra disposizione sotto casa e non abbandonata in parcheggi a decine di chilometri dall’abitazione, come i cosiddetti urbanisti progettano, schivando la fatica di risolvere il problema e obbligando ad enormi spese per infrastrutture pubbliche di comunicazione.
Infine la Città, così come è progettata, offre le migliori possibilità di captazione e di realizzazione di energie sussidiarie, potendo anche ruotare su se stessa.
Da ultimo la proposta appare anche economicamente sostenibile. Difatti, la struttura concepita, già di per sé staticamente la più economica, permette l’utilizzazione massima dello spazio per le abitazioni.