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In nome del potere e del dio denaro!, della serie: tutto si può fare! ...ma

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Marina Luisi Bilancia
view post Posted on 7/4/2011, 10:04




La Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Libia è in assoluto contrasto con i principi stabiliti dal diritto internazionale ed in particolare con il principio di non ingerenza. L’attacco alla Libia del 19 marzo 2011 è quindi illegale ed illegittimo, mosso da interessi politici ed economici. È una vera e propria aggressione, come quella contro l’Afghanistan, l’Iraq e tanti altri Paesi. Ciò delegittima definitivamente le Nazioni Unite e conferma la loro natura strumentale alle egemonie della finanza e del potere. In Libia, non si deve sostenere od abbattere un dittatore ma accertare la verità.
 
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Nichol Le Bennerg
view post Posted on 7/4/2011, 10:08




Al mondo d’oggi, gli opportunisti si chiamano responsabili e gli invasori si chiamano volonterosi. Presto troveranno un nome anche per i voltafaccia ed traditori.
 
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silvercloud87
view post Posted on 7/4/2011, 17:59




Le Nazioni Unite sono composte da Stati, ergo non è l'organismo che viene squalificato - anche se con moltissimi difetti e controllato sostanzialmente dai 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Quello che state sollevando è il dibattito più vecchio del diritto internazionale, tra chi sostiene che la realpolitik sia il metro utilizzato nelle relazioni internazionali e chi invece sostiene che sempre più sia il diritto internazionale (consuetudinario e patizzio) a coordinare le dinamiche internazionali. Per ovvie ragioni non ho una risposta, per certo posso dire che la dottrina maggiormente condivisa ritiene che il diritto stia prendendo piede sempre più. Ma gli strascichi di realpolitik sono evidenti, la Società delle Nazioni finì come tutti sappiamo e oggi l'ONU ha il ruolo di "filtro" di quel sistema di operare in campo internazionale, ciò non significa che se gli stati vogliono comportarsi a modo loro non riesca a farlo, anzi ci riescono benissimo ma qualche volta pagano anche.
 
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bobby151169
view post Posted on 7/5/2011, 13:31




Se mai dovesse esplodere un ordigno nucleare, in Europa od altrove, non sarà per vendicare Osama Bin Laden. Le mani che potrebbero armare la bomba sono altre. E le cause derivano dai fatti oggettivi. Il dollaro non tiene più. E nemmeno l’euro. I debiti pubblici sono irredimibili, ad iniziare da quello degli Stati Uniti. L’egemonia fondata sul denaro a corso legale è finita. Restano i riflessi della disinformazione che fa leva sulla credulità della gente. Le invasioni non hanno avuto i risultati attesi. Nemmeno le insurrezioni pilotate. Molta gente si sta svegliando prendendo coscienza della realtà e vincendo la paura. Ad Est ed Ovest, a Nord e Sud. In tutti i Paesi. E la paura prende chi ha controllato il mondo fino ad ora.. L’uno per mille della popolazione mondiale detiene oltre la metà della ricchezza del pianeta. E sente che non sarà più possibile. Per reazione alla paura, queste poche persone hanno perso la testa ed hanno deciso di fare di tutto per non perdere il potere. Ad ogni costo. Anche quello che muoia Sansone con tutti i Filistei. Essi sono in eterno conflitto fra di loro ma si uniscono quando la loro supremazia è messa in discussione. È tutto falso. Tutto per ingannare i popoli. Fanno le regole e poi proprio loro le violano. Promettono e non mantengono mai. Fanno sognare, illudono, solo per prendere tempo. Anche se sanno di averne pochissimo. Ma, questa volta il loro piano non riuscirà.. Ed essi, nonostante la loro tracotanza lo sanno, sanno che è finita. Per questo sono ancora più pericolosi. Come animali feriti che non vedono via di scampo. Sembrano lucidi e freddi ma in realtà sono isterici, sono persone malate. Da curare. Ci saranno colpi di coda. Presto provocheranno la più forte disgregazione della umanità mai avvenuta. Metteranno tutti contro tutti, giovani contro anziani, donne contro uomini, lavoratori contro imprenditori, militari contro civili, atei contro credenti. E sarà l’ultimo tentativo di impedire il cambiamento. Saranno battuti. E la società umana ripartirà da dove si è fermata quando si è illusa di poter essere libera senza giustizia ed in pace senza verità. Non si è dimostrato possibile. Si auto-riorganizzerà, come avviene in tutti i sistemi complessi. Dal basso, dalla gente comune, da chi vuole vivere del proprio lavoro e non arricchirsi con quello degli altri. E niente sarà mai più come prima.
 
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Adriano Primo
view post Posted on 24/7/2011, 07:12




I gruppi subalterni subiranno sempre l'iniziativa dei gruppi dominanti, anche quando si ribellano e insorgono: solo la vittoria "permanente" spezza, e non immediatamente, la subordinazione. Questo non lo dico io, lo diceva un certo Antonio Gramsci!
 
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bobby151169
view post Posted on 17/12/2011, 13:45




In un sistema complesso come quello umano, nel quale siamo tutti parti di uno stesso insieme che ci condiziona e che a sua volta è condizionato dalla natura, l’errore è l’idea stessa di poter vivere bene a scapito di altri che vivono male o non riescono a vivere. Non è così. È un’illusione. E la realtà lo dimostra.

Secondo Karl Marx, il capitalismo avrebbe esaurito la sua funzione rivoluzionaria quando le forze produttive avessero raggiunto il massimo sviluppo compatibile con i rapporti di produzione capitalistici e perciò sarebbe esplosa la contraddizione fra socializzazione del lavoro e proprietà privata dei mezzi di produzione. La sua teoria prevedeva che in quel momento vi sarebbe stata piena occupazione. Quella teoria non aveva preso in considerazione due elementi: i limiti della natura rispetto al modo di produzione capitalistico e gli effetti del denaro creato dal nulla.
 
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view post Posted on 19/1/2012, 12:31
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Forse non tutto si può fare........

Mentre il livello di sviluppo delle forze produttive permetterebbe ad ogni persona di soddisfare i propri bisogni con il lavoro, la larga maggioranza della popolazione vive male o non riesce a vivere a causa dell’ingiusta distribuzione della ricchezza. Nello stesso tempo, le risorse e le energie naturali non rinnovabili si stanno esaurendo e gli effetti degli eccessi del consumismo hanno già ampiamente superato la sostenibilità del pianeta. L’unica soluzione concreta per superare una crisi che in poco tempo diventerà irreversibile è riorganizzare la società umana in un sistema politico fondato sulla partecipazione effettiva di tutti e sostituire le monete a corso legale con una nuova moneta fondata sul lavoro per dare inizio ad un’equa ridistribuzione della ricchezza.

Questo, è quello che si deve urgentemente fare.
 
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view post Posted on 28/1/2012, 10:59
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Viviamo in un momento cruciale della storia umana. Comunque vada, siamo ad un punto di non ritorno. Dai primi gruppi di esseri umani vaganti nelle savane decine di migliaia di anni fa, siamo giunti ad un villaggio globale nel quale ciascuno può sapere come vivono tutti gli altri.
È l’evoluzione. E la scienza ci insegna che quando la struttura e le regole impediscono ad una maggioranza consapevole degli individui di un sistema di continuare ad evolvere e rischiano di provocare l’estinzione dell’intero sistema e del suo ambiente, questa maggioranza reagisce e se può provoca la necessaria transizione di fase, con una nuova struttura e nuove regole.
Siamo nell’Antropocene, l’era nella quale la specie umana può influenzare il pianeta come mai prima d’ora. Possiamo distruggerlo e così distruggere noi stessi oppure tentare di salvarlo. In questa era, possiamo darci l’imperativo categorico, cioè il dovere assoluto di agire razionalmente, in base alla realtà che conosciamo, per migliorare le cose, oppure attendere che cambino da sole. Se fosse così, sarebbe la nostra fine. Non dobbiamo mai dimenticare che l’essere umano trae origine ed è parte della natura, non viceversa. La specie umana è un sottosistema della biosfera con la quale scambia energia. Ed ogni sistema è molto più forte di tutti i suoi sottosistemi.
Mai come in questo momento «agire razionalmente» significa agire in modo universale, tutti insieme, riconoscendo la razionalità di ciascuno di noi e considerando la ragione come fonte di ogni legge, con tutto il realismo e la massima concretezza di cui siamo capaci.
 
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bobby151169
view post Posted on 3/5/2012, 07:45




CITAZIONE (Angell Cherubini @ 28/1/2012, 11:59) 
.............In questa era, possiamo darci l’imperativo categorico, cioè il dovere assoluto di agire razionalmente, in base alla realtà che conosciamo, per migliorare le cose,................Mai come in questo momento «agire razionalmente» significa agire in modo universale, tutti insieme, riconoscendo la razionalità di ciascuno di noi e considerando la ragione come fonte di ogni legge, con tutto il realismo e la massima concretezza di cui siamo capaci.

Sà Presidente, spesso la propria attività lavorativa non ci soddisfa perché magari non è in linea con le proprie passioni più profonde, i propri valori e interessi o perché assorbe tutto il tempo e le energie. E in alcuni casi, quello che è peggio, il super lavoro crea una dipendenza, tanto che i cosiddetti workaholics perdono la connessione con le proprie esigenze profonde.
Secondo me, “riallocare” i membri insoddisfatti della società sarebbe un successo incredibile. Bisognerebbe, prendendo le mosse della complessità della situazione di partenza (resistenze, paure, mancanza di fiducia, di prospettive o di idee, di informazioni, di logistica...), avere il forte desiderio di riorientare il proprio stile di vita, rallentare il ritmo o smettere di lavorare in senso convenzionale e puntare a soluzioni più aderenti ai propri principi e alle proprie inclinazioni, più libere ed appaganti.
 
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8 replies since 7/4/2011, 10:04   79 views
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