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| CITAZIONE (Angell Cherubini @ 28/1/2012, 11:59) .............In questa era, possiamo darci l’imperativo categorico, cioè il dovere assoluto di agire razionalmente, in base alla realtà che conosciamo, per migliorare le cose,................Mai come in questo momento «agire razionalmente» significa agire in modo universale, tutti insieme, riconoscendo la razionalità di ciascuno di noi e considerando la ragione come fonte di ogni legge, con tutto il realismo e la massima concretezza di cui siamo capaci. Sà Presidente, spesso la propria attività lavorativa non ci soddisfa perché magari non è in linea con le proprie passioni più profonde, i propri valori e interessi o perché assorbe tutto il tempo e le energie. E in alcuni casi, quello che è peggio, il super lavoro crea una dipendenza, tanto che i cosiddetti workaholics perdono la connessione con le proprie esigenze profonde. Secondo me, “riallocare” i membri insoddisfatti della società sarebbe un successo incredibile. Bisognerebbe, prendendo le mosse della complessità della situazione di partenza (resistenze, paure, mancanza di fiducia, di prospettive o di idee, di informazioni, di logistica...), avere il forte desiderio di riorientare il proprio stile di vita, rallentare il ritmo o smettere di lavorare in senso convenzionale e puntare a soluzioni più aderenti ai propri principi e alle proprie inclinazioni, più libere ed appaganti.
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